30 novembre 2012

Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (3a parte)

Nelle due parti precedenti ho dimostrato come le elite feudali, sconfitte dalla creazione del “Tridente”: Stati, Leggi, Cittadini, si sono riorganizzate per riacquistare l’egemonia economica e sociale del continente europeo. Svilupparono idee mirate a questo scopo e le attuarono con determinazione. L’obiettivo era quello di togliere sovranità ai singoli Stati puntando all’annullamento delle monete sovrane che potevano creare benessere a “deficit positivo”. Inizialmente però il primo ostacolo da superare erano le masse che stavano prendendo consapevolezza e potere decisionale. La prima mossa vincente fu così l’invenzione dell’ “Esistenza Commerciale” e della “Cultura della Visibilità”. Diffondere tramite i massmedia dei finti modelli sociali, belli, ricchi e visibili ai quali le masse si dovevano ispirare, li dovevano imitare, cercare di raggiungerli. L’invenzione dell’esistenza commerciale spingeva così all’acquisto compulsivo di oggetti e beni fittizi per assomigliare ai modelli promulgati. L’impossibilità di raggiungere la visibilità generava la perdita dell’autostima individuale. Ecco che le masse sono relegate al margine, apatiche, passive, anestetizzate. Successivamente bisognava togliere il potere sovrano agli Stati, eliminare le singole monete nazionali per evitare che i paesi potessero creare benessere a deficit positivo. Infine promulgare leggi e trattati sovranazionali per impedire che i singoli Stati potessero opporsi alle direttive delle elite. 

L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di ME-MMT (Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard “Il più grande crimine”

IL PIANO DI CONTIGUITA’ 

Le idee per portare all’egemonia globale i principi Neoclassici, Neomercantili e Neoliberisti erano formulate, ora servivano i soldi per iniziare a creare le strutture per compiere il piano, non valanghe di denaro, ma finanziamenti mirati e devoluti con attenzione. Due gli obiettivi principali: 1. Le Fondazioni, 2. Le Università. Compresero come in realtà il potere dei governi non è gestito dai politici noti, ma da tecnocrati e consiglieri che agiscono alle spalle, dietro le quinte. I politici di facciata non possono spudoratamente ignorare i diritti dei cittadini e depredare le risorse comuni, ma la retroguardia tecnica poteva promulgare principi economici per legittimare manovre losche, camuffandole però da necessità economiche imprescindibili, anzi da misure necessarie e virtuose. I politici avrebbero diffuso tali manovre come sacrifici necessari per una prospera e vitale gestione del paese. Per fare questo i tecnocrati avrebbero dovuto plasmare le menti delle nuove generazioni all’interno delle Università. Per pilotare il mondo accademico nacque così il Piano di Contiguità. Significa costruire delle strutture contigue alle Università che finanziassero l’istruzione superiore, la ricerca, la formazione e le borse di studio, ma solo a beneficio dei rampolli privilegiati e scelti ad hoc da inserire nelle facoltà di economia e politica, per lanciare successivamente campagne di informazione di massa e influenzare così l’opinione pubblica. 

Le fondazioni erano entità delegate alla raccolta di fondi mascherate da centri culturali, i Think Thank (serbatoi di pensiero) erano dei centri di ricerca puri e semplici. Tali strutture si diffusero rapidamente sia negli Stati Uniti che in Europa, ne cito solo alcune: negli USA Rockfeller Foundation, Freedom Network, American Enterprise Institute, Atlas Research Foundation, Heritage and Earhart. In Europa Institute of Economic affair, Adam Smith Institute, Bruges Group nel Regno Unito; la potente Mont Pelerin Society in Svizzera; CUOA, Acer, CMSS, Bruno Leoni, Prometeia e Nomisma in Italia; Association pour la Liberte Economique, Eurolibnetwork in Francia; Institut fuer Wirtschaftsforsschung, Institut der Deutschen Wietschaft Koln in Germania. 

I due nomi che hanno contribuiti alla divulgazione dei dogmi Neoclassici, Neomercantili e Neoliberisti furono per l’Europa lo svizzero Karl Brunner, per gli USA Milton Friedman, entrambi monetaristi, esperti cioè del mezzo principale per l’imperialismo finanziario globale, la moneta è il cervello di tutta l’economia. In Europa Brunner ebbe il cammino più difficile, infatti nel dopo guerra in Francia e in Italia in particolare si stavano sviluppando sistemi sociali progrediti che ostacolavano lo sviluppo delle teorie Neoliberiste, mentre in America è stato relativamente più semplice a causa della confederazione di Stati già conclamata, di una moneta unica esistente e di un governo centrale riconosciuto dal popolo. 

CONCETTI POLITICI SINTETICI PER LEGISLATORI CHE VANNO DI FRETTA 

Da una delle fondazioni elencate, la Heritage and Earhart, ne uscì un personaggio fondamentale per l’accelerazione del progetto di dominio delle elite: Ed Feulner. Si inventò il marketing moderno delle idee da divulgare tramite i massmedia da giornalisti prescelti (in Italia furono Furio Colombo, Piero Ostellino, Gianni Riotta e altri). Poi comprese che per manipolare i politici bisognava imboccarli ideologicamente con concetti di facile assimilazione che lui stesso definì “concetti politici sintetici per legislatori che vanno di fretta”. Bisognava ora divulgare questi concetti, recapitarli ai politici in questione. Nacquero così le versioni moderne delle “lobby”, cioè gruppi, organizzazioni, individui che agiscono con lo scopo di influenzare le decisioni politiche. Per dare un’idea di quanto le lobby siano influenti e determinanti nelle loro azioni consideriamo che a Washington sono presenti dai 16.000 ai 40.000 lobbisti all’anno, dipende dai lavori del Congresso, con un budget di circa 3 o 4 miliardi di dollari. Nella UE, più precisamente a Bruxelles sono circa 15-20.000 con 1 miliardo di euro a disposizione. 

Per riassumere il Piano di Contiguità attraverso una rete di Istituti per la formazione post-universitaria e per il finanziamento delle future classi dirigenti plasmò i cervelli che contavano. Quelli che ricoprirono ruoli decisionali fondamentali alle spalle dei politici di facciata, che non fanno altro che seguire il loro diktat (Monti ne è l’esempio più lampante!). 

I GLOBOCRATI 

Bilderberg Group

Trilateral Commission

Nacque così una nuova classe dirigente, determinata nell’affermare i principi delle nuove elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste. Per cancellare definitivamente l’eventuale accusa di inneggiare ad un “complotto” globale, possiamo esaminare i Club nei quali questi globocrati si riuniscono annualmente per discutere e decidere le tendenze economiche e politiche da attuare. I quattro più influenti gruppi, probabilmente conosciuti da alcuni, sono: il Bilderberg Group, fondato nel 1954, la Commissione Trilaterale del 1973, il World Economic Forum (WEF) di Davos in Svizzera nato nel 1971 e l’Aspen Institute del 1950. Per oltre sessant’anni i più influenti personaggi del mondo sono passati da questi gruppi, vale la pena citare i più rilevanti, a voi approfondire le informazioni citate: Peter Sutherland (ex WTO, dirigente Glodman Sachs, ex Commissione UE, Bilderberg), David Rockfeller (Trilateral Commission, Bilderberg), Henry Kissinger (ex governatore USA, Aspe, Trilateral, Bilderberg, World Economic Forum), Condoleeza Rice (ex gov. USA, Aspen, Trilateral, Bilderberg), Edmond de Rothschild (Bilderberg), Bill Clinton (WEF), John Negroponte ( ex diplomatico USA, Trilateral), Jean Claude Trichet (ECB chief, Bilerberg), George Papaconstantinou (ex Ministro delle Finanze Grecia, Bilderberg) Jose Zapatero (Premier Spagna, Bilderberg), Christine Lagarde (IMF chief, Bilderberg), Bill Gates (Bilderberg), John Elkann (chairman FIAT, Aspen, Trilateral, Bilderberg), Mario Draghi (Bilderberg), Mario Monti (Aspen, Trilateral, Bilderberg), Piero Gnudi (Aspen), Giulio Tremonti (Aspen), Lucia Annunziata (Aspen), Emma Marcegaglia (Aspen), Enrico Letta (Aspen, Trilateral), Corrado Passera (Aspen), Francoo Scognamiglio (Bilderberg), Marco Tronchetti Provera (Trilateral), Franco Bernabé (Bilderberg), Romano Prodi (Aspen, Bilderberg), Giuliano Amato (Aspen). 
Aspen Institute
World Economic Forum

Non c’è molto altro da aggiungere. Si inizia a delineare con chiarezza il quadro che ha portato al’attuale drammatica crisi che stiamo vivendo. 








IL GRANDE BALZO IN AVANTI 

Nel 1971 un’altra figura determinante per attuare il piano criminale delle elite si affacciò sul panorama americano. L’avvocato Lewis Powell rispose alla chiamata di un rappresentante della Camera di Commercio, Eugene Sydnor Jr. Le forze capitaliste erano irrequiete, bisognava accelerare perché sia negli USA che in Europa, in particolare Italia e Francia, le sinistre radicali stavano crescendo sensibilmente. I movimenti della fine degli anni ’60 avevano dato un forte impulso alle rivendicazioni popolari dei cittadini, i venti di rinnovamento sociale avevano raggiunto dimensioni preoccupanti per le elite. Le università e i lavoratori assumevano una pericolosa forma di riscatto sociale a favore dei popoli e a scapito delle elite capitaliste, il socialismo stava diventando troppo ingombrante. 

Ecco che l’avvocato Powell in sole 11 pagine dettò le nuove strategie che riassumo in alcuni passaggi: “Noi (le destre economiche) non ci troviamo di fronte ad attacchi sporadici. L’attacco al Sistema delle Corporations è sistematico e condiviso… C’è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale… Pochi elementi della società americana di oggi hanno poca influenza sul governo in relazione al business, le corporazioni e gli azionisti… E’ chiarissimo che le fondamenta della nostra società libera sono sottoposte ad un attacco su larga scala, non da comunisti o da altri complotti, ma da sciocchi che si imitano come pappagalli e che nutrono un disegno che non avrebbero mai condiviso intenzionalmente… Le voci più inquietanti vengono da elementi assai rispettabili della società, come i campus universitari, le chiese, i media, gli intellettuali, i giornali letterari, le arti, le scienze e i politici… L’università è la loro fonte più dinamica… Bisogna stabilire uno staff di docenti qualificatissimi nelle scienze sociali che credano fortemente nel (nostro) sistema. Questi docenti dovranno valutare (e selezionare) i testi di scienze sociali, specialmente in economia, scienze politiche e sociologia… Dovremo godere di un rapporto privilegiato con le influenti scuole di business… Le televisioni dovranno essere monitorate costantemente nello stesso modo che per i libri di testo universitari, Questo va applicato agli approfondimenti TV, che spesso contengono le critiche più insidiose al sistema del business… Ogni possibile mezzo va impiegato… per promuoverci attraverso questi media… vi dovrà essere un costante afflusso di articoli… esiste l’opportunità di educare il pubblico là dove oggi non si trovano pubblicazioni attraenti fatte da noi.” 
Ecco che Powell prescrisse quel boom che si diffuse massivamente (e che oggi è presente più che mai) delle rappresentazioni falsamente positive dell’Esistenza commerciale e della Cultura della Visibilità. Ecco apparire di conseguenza le figure imprescindibili degli “sponsor”: “…pagato allo stesso livello dei più noti businessmen e professori universitari… le nostre presenze nei media, nei convegni, nell’editoria, nella pubblicità, nelle aule dei tribunali e nelle commissioni legislative, dovranno essere superbamente precise e di eccezionale livello”. 
Di nuovo una travolgente quanto attuale idea: nacquero le “lobby moderne” del potere economico, quelle che oggi eleggono i deputati pagandogli le campagne elettorali prima dei cittadini stessi (in USA è ancora più evidente che in Europa, i grandi elettori decidono di fatto chi governerà il paese). “Il business deve imparare che il potere politico è indispensabile, che deve essere coltivato con continuità e usato in modo aggressivo se necessario, senza imbarazzo… deve fare pressione con forza su tutta la politica perché ci sostenga e non dovremo esitare a penalizzare chi a noi si oppone.” 
Infine un’affermazione che dimostra quanto questi concetti fossero mirati alla demonizzazione di qualsiasi ruolo centralizzato dei governi nella gestione pubblica: “Non c’è consapevolezza del fatto che l’unica alternativa alla libera impresa sono vari gradi di regolamentazione burocratica della libertà individuale, che va dal socialismo moderato al pugno di ferro delle dittature di sinistra o di destra”. 

Oggi sappiamo molto bene cosa significa la mancanza di regolamentazione burocratica della libertà individuale, e vediamo dove ci ha portato la libera impresa. Oggi possiamo vedere come le 11 pagine scritte da un avvocato 40 anni fa, abbiano determinato la tragica realtà di milioni di famiglie, lavoratori, aziende e intere nazioni. 

fine terza parte

Nessun commento: