28 novembre 2012

Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (1a parte)

Ho più volte sostenuto che il progetto liberal-capitalista occidentale ha fallito, è defunto. Nel senso che il capitalismo esclusivo come sistema sociale ed economico per il benessere diffuso di cittadini liberi e democratici si dimostra essere in realtà un disegno criminale progettato da almeno 70 anni e finalmente realizzato nei suoi obiettivi definitivi negli ultimi 40. 
Inizierò con questo articolo ad analizzare e spiegare questa affermazione, prendendone spunto per proporre successivamente come dall’analisi di tale fallimento si può affermare che Cuba può essere un’alternativa possibile, per le sue caratteristiche socio-politiche, per la sua sovrana indipendenza dall’egemonia finanziaria occidentale e per l’opposizione estrema ad ogni influenza nordamericana sul suo territorio. Caratteristiche che potrebbero in un tempo medio-breve, adottando moderne misure economiche e riformando la sua gestione politica, portare il paese verso un nuovo modello sociale per il benessere economico dei cittadini. 

Oggi in Europa, meglio dire nei paesi del “blocco occidentale” (ma mi limito all’analisi dell’Europa dove vivo e dove meglio si può verificare il fallimento del sistema capitalista esclusivo), si è giunti all’evidente compimento di un disegno criminale atto a sottomettere la sovranità dei popoli e porre in schiavitù economica e sociale i liberi cittadini sovrani e democratici. 



Ma che sto dicendo? Le solite paranoie di un perdente, di un sognatore socialista, di un bohemien che non si è saputo realizzare in un mondo libero e ricco di opportunità! 

Mi si può vedere così, se si vuole semplificare, o meglio, ignorare una realtà che è tanto trasparente da vedere, quanto stupido da ignorare. 

Vorrei riassumere, per quanto possibile brevemente, magari semplificando, cosa è accaduto in questi decenni, perché stiamo vivendo questa così detta “crisi finanziaria globale” e qual’è il vero scopo dell’elite che ha organizzato e che gestisce la pianificazione dell’imperialismo socio-finanziario nel mondo intero. 


L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di ME-MMT (Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard “Il più grande crimine”

UN PO DI STORIA 

John Adams
Ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Una è con la spada, l’altra è con i debiti. 
John Adams (1735-1826) 

Dai primi del novecento in Europa (escludiamo per il momento l’Unione Sovietica) si iniziarono a sviluppare realtà sociali democratiche costituite in Stati sovrani, con monete uniche e governi eletti dai cittadini. Fu una grande svolta epocale. Si cambiò drasticamente quel sistema feudatario composto da territori governati da Re e cortigiani che possedevano il 99% delle ricchezze e dalla plebe che lavorava e sopravviveva con il restante 1% per il bene della corte. 

Dalla rivoluzione francese in poi le cose cominciarono a cambiare. Un gruppetto di uomini “illuminati” ebbero tre idee fondamentali: la creazione di uno Stato, un popolo che lo legittimava con libera scelta, delle leggi che venivano promulgate in nome del popolo. Nacque la democrazia partecipativa. Lentamente per 200 anni il vecchio potere feudale arretrò di fronte all’evolversi di tali idee. 
Gli Stati si organizzarono a fatica, sopportando due guerre mondiali, regimi fascisti dittatoriali e lotte intestine fino a trovare un precario equilibrio (nonostante l’inizio dell’influenza nordamericana) al loro interno. 
Dalla fine della seconda guerra mondiale iniziò un periodo di crescita e benessere socio-economico, con le ovvie eccezioni dovute ai corrotti e ai mafiosi, che determinò un discreto benessere popolare. Gli Stati erano sovrani, possedevano una propria moneta e i governi, stampando questa moneta in maniera più o meno oculata permisero lo sviluppo di aziende private e di un sistema sociale statale che determinò la creazione di scuole, ospedali, infrastrutture, case, etc. incrementando la produttività interna e una discreta crescita economica. 

Fino al 1970 le monete dovevano avere un corrispettivo valore in oro per poter essere stampate e messe in circolazione. Ma dal 1971 si decise (Nixon e l’apparato finanziario USA lo decisero) che questo era un limite, quindi si liberalizzò la produzione di moneta, che da quel momento perse il suo valore reale, diventando un semplice documento di credito per l’acquisto e la vendita di beni. Nacque la moneta moderna FIAT

Questa rivoluzione permise così di stampare liberamente carta moneta senza dover possedere dei beni reali in controvalore. L’emissione di tali monete permise anche in Europa agli Stati sovrani di mettere in circolazione la propria valuta senza limiti, dando origine a quello che oggi chiamiamo “debito pubblico”. In realtà non si trattava di un debito vero e proprio, visto che lo Stato stampando moneta si indebitava con se stesso, quindi con nessuno, ma in realtà era una ricchezza per i cittadini che in questo modo potevano lavorare, produrre e generare una ricchezza personale. La vera ricchezza era in mano ai cittadini. Lo Stato stampava moneta, pagava le aziende che producevano beni creando così denaro “nuovo” che aumentava di fatto la ricchezza dei cittadini stessi. Lo Stato generava così un “debito fittizio”, un “deficit positivo", poteva garantire la piena occupazione, il pieno Stato sociale, la piena istruzione, migliori infrastrutture, la crescita produttiva. Tutto a favore dei cittadini e senza il pericolo dell’inflazione, infatti parallelamente si potevano creare beni e prodotti grazie ai finanziamenti statali. Il tutto a beneficio dei cittadini sovrani e a scapito delle “elite”, del “potere occulto”. Questo creò il panico in quelle stesse elite che videro prospettarsi l’alba di un nuovo sistema democratico che garantiva ricchezza e benessere a tutti, indiscriminatamente. 

Così l’elite, i “Globocrati” svilupparono un piano che articolarono in quattro punti: 

1. Distruggere la spesa a “deficit positivo”. 

Il potere degli Stati di produrre una moneta sovrana doveva essere distrutto, eliminando così la possibilità di usare tale potere per fini sociali e per rafforzare la cittadinanza. 

2. Eliminare la sovranità legislativa. 

Per poter evitare che tali leggi rendessero inattaccabile la spesa a deficit positivo per il beneficio dei cittadini. 

3. Sopprimere il potere dei cittadini. 

Il popolo doveva essere messo da parte, reso apatico e incapace di opporsi al potere e soprattutto mantenuto nell’ignoranza, renderlo incapace di comprendere le potenzialità della spesa a deficit positivo degli Stati Sovrani. 

4. Controllare la ricchezza mondiale. 

Dalle ceneri delle nazione debilitate le elite avrebbero potuto controllare la ricchezza globale e avere super profitti in finanza e nell’export. 

IL PIANO DELL’ELITE PER CONQUISTARE IL CONTROLLO GLOBALE 

Bilderberg Group
Convincere i leader e attraverso di loro, manipolare l’opinione pubblica, per farla aderire e sottometterla ai concetti dell’Alleanza Atlantica. 
Bilderberg

Il piano per la conquista finanziaria globale è basato su alcune idee, pianificate con determinazione e ferrea disciplina, che ne hanno permesso la loro realizzazione. 

1. IL DENARO NON DEVE ESSERE LO STRUMENTO CENTRALE PER IL FUNZIONAMENTO DELLE ECONOMIE 

Era un concetto degli economisti neoclassici: il mercato avrebbe fornito l’equilibrio di domanda e offerta di beni, avrebbe stabilito il giusto prezzo per ogni cosa. Non il denaro, ma il mercato. Gli Stati e i governi erano quindi un ostacolo, con la loro moneta sovrana, per l’imposizione del “loro” mercato, come governo supremo di tutta la vita economica globale. 

I fautori di queste idee furono: Dennis H. Robertson, Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn e i pensatori neoliberisti in generale. 

2. I RISPARMI DEVONO SEMPRE VENIRE PRIMA DEGLI INVESTIMENTI, MAI DOPO 

Se questo è un concetto valido per gli individui, le famiglie, adattare questa regola agli Stati è risultato logico, ma è sbagliato. La famiglia deve risparmiare prima di investire semplicemente perché non può crearsi il proprio denaro. Lo deve guadagnare o prendere in prestito, quindi è logico che prima di investire dei soldi una famiglia risparmi la somma che si vuole spendere. Uno Stato con moneta sovrana, al contrario può stampare quanto serve, può spendere più di quanto incassi con le tasse, per poter arricchire i cittadini e le aziende, incrementando così la produzione di beni e servizi. Ma il falso mito che “lo Stato è come la famiglia” si diffuse per la sua logica equivocata. Nacque così il dogma del dover pareggiare i bilanci, del deficit, del debito pubblico, del dover tagliare i costi (sociali) degli Stati. Questo paralizzò intellettualmente i governi e impedì loro di spendere a deficit positivo quanto necessario per arricchire e tutelare i cittadini. 

I maggiori predicatori della teoria “lo Stato come la famiglia” sono stati: Robert Lucas, Tom Sargent, Neil Wallace, Jude Wanniski, George Gilder, Greg Mankiw, Carmen Reinhart, Kenneth Rogoff. 

3. L’INFLAZIONE PUO’ ESSERE LIMITATA CONTROLLANDO L’EMISSIONE DI DENARO ED EVITANDO LA PIENA OCCUPAZIONE 

Il fine di questo concetto è una conseguenza dell’idea precedente: impedire ai governi di emettere moneta sovrana per una spesa a deficit positivo che creasse piena occupazione. La scusa (che in seguito dimostrerò essere falsa) fu il controllo dell’inflazione, che in realtà può essere controllata in vari modi. Il vero scopo era quello di impedire che i lavoratori potessero avere un forte potere contrattuale con piena occupazione e buoni salari. Il target da colpire erano proprio i lavoratori moderni e i loro diritti sociali. 

Inventori di questa idea furono: Milton Friedman, Carl Brunner, Alan Greenspan. 

4. ABBASSARE GLI STIPENDI PER OTTENERE PIENA OCCUPAZIONE 

La teoria forse più devastante che le elite riuscirono ad imporre. Convinse le aziende che abbassando i salari avrebbero potuto impiegare più lavoratori, ignorando però un paradigma economico molto semplice: abbassando i salari i lavoratori potranno spendere di meno, quindi si abbasserà il livello dei consumi degli stipendiati, di conseguenza si ridurranno le vendite delle aziende e quindi il profitto che produrrà  così più licenziamenti e cassa integrazione (quindi maggiori oneri per gli Stati). Ma allora è un controsenso per le aziende stesse! Certo, proprio perché l’elite appartiene al settore mega-industriale e ai giganti finanziari, eredi dei feudi e del loro immenso capitale. A loro non interessa nulla delle piccole-medie aziende, al contrario se aumenta la massa di sotto-pagati e disoccupati alla disperazione, possono contare su una mano d’opera a basso costo che accettano qualsiasi condizione per poter lavorare, quindi si può produrre nelle nazioni potenzialmente ricche a prezzi stracciati incrementando così l’export competitivo internazionale. E’ questo che si intende per Neomercantilismo. 

5. CREARE UN’EUROPA GOVERNATA DA LEADER NON ELETTI DAL POPOLO E CONTROLLATA DA LOBBY FINANZIARIE E INDUSTRIALI. QUESTI EMETTERANNO LEGGI CON POTERE SOVRANAZIONALE PER SOTTRARRE IL POTERE REALE AI PARLAMENTI NAZIONALI. QUESTA NUOVA EUROPA AVRA’ UNA MONETA FUORI CONTROLLO DEI GOVERNI SOVRANI E PRIVA DI AUTORITA’ ECONOMICA 

La differenza tra Stati Uniti ed Europa era cruciale, abissale e problematica. Gli USA disponevano di un governo centrale, una moneta unica stampata da una banca privata, la Federal Reserve, e un’economia centrale reale. L’Europa era un agglomerato di Stati con diverse culture e spesso litigiosi tra loro. Erano quindi più difficili da governare. Il processo di colonizzazione degli USA attraverso le idee sopracitate avvenne con uno sforzo lobbistico e finanziario su larga scala relativamente semplice da attuare. Era necessario quindi “vendere” l’idea di un'Europa unita come passo obbligato per un futuro economico più brillante e civile. Con i trattati di Maastricht e Lisbona furono ratificati in leggi nazionali le disposizioni dettate dalla Commissione Europea che non viene eletta da nessuno e che governa di fatto con le sue direttive sovranazionali. Il parlamento europeo paradossalmente, è eletto dai cittadini ma non può proporre le leggi. I parlamenti nazionali sono così di fatto inabilitati dalla possibilità di legiferare autonomamente perché obbligati al rispetto dei trattati della Commissione Europea. Ecco che le elite finanziarie possono beneficiare di tali trattati senza l’ostacolo delle garanzie sociali e di un sistema di redistribuzione delle ricchezze. La sovranità monetaria è distrutta dai trattati, compiendo così la volontà originale delle elite, impedire cioè agli Stati di operare a deficit positivo a favore dei cittadini. Questa manovra si è realizzata definitivamente con l’introduzione dell’euro, che è una moneta non sovrana, ma emessa da 17 banche private  centrali (tante quante gli Stati dell’Eurozona) e che deve essere presa in prestito, pagandone gli interessi, dai 17 paesi che la compongono. Ecco come si è stabilito il limite invalicabile di ogni stato sovrano nell’applicare un’autonoma politica economica che ha generato la catastrofe che stiamo vivendo. 

In conclusione esiste un comune denominatore di tutte queste idee: limitare le politiche economiche degli Stati per impedire loro di spendere a “deficit positivo” a favore di lavoratori, delle piccole e medie imprese e dei cittadini in generale. 

I responsabili di tale piano criminale sono: i francesi Jean Monnet, Robert Schuman, Francois Perroux, Jacques Delors, Francois Mitterand, Valery Giscard D’Estaing, Jean Claude Trichet; gli italiani Giuliano Amato, Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo A. Ciampi, Carlo Scognamiglio, Mario Monti, Tommaso Padoa-Schioppa, Marco Buti; i tedeschi Helmuth Schmidt, Otmar Issing, Theo Weigel, Helmuth Kohl; l’olandese Wim Duisenberg e il lussemburghese Jean Claude Junker. 

fine prima parte

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