28 ottobre 2012

Riflessioni di Rob: sviluppo economico a lungo termine

Venerdì scorso ho assistito, per lavoro, ad un importante convegno all’università Luiss di Roma. Il tema della conferenza era “Beyond the short term”, la visione del futuro economico dell’Europa nel lungo termine. Hanno partecipato figure preminenti dell’economia internazionale tra le quali Jean Paul Fitoussi, Chistopher Pissarides, premio nobel per l’economia nel 2010 e il nostro ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera.
Mentre i relatori presentavano le loro conclusioni sul possibile sviluppo economico europeo mi veniva spontaneo raffrontarlo con un possibile scenario cubano.


A prescindere dalle cause che hanno generato il drammatico panorama odierno europeo fatto di recessione e debiti pubblici, sono emersi dal convegno tre possibili punti sui quali scommettere per una ripresa economica sostenibile:

1. Investimenti nelle infrastrutture.
2. Educazione scolastica, maggiormente focalizzata sulle scuole superiori che universitarie.
3. Implementazione delle nuove tecnologie.

I tre punti emersi ed analizzati dagli economisti presenti hanno forti analogie con quelle che potrebbero essere le future sfide dell’economia cubana nel lungo termine.

1. Infrastrutture

In contrasto con gli obiettivi delle grandi compagnie globali che mirano ad un investimento sul breve e medio termine, si scommette su investimenti a lungo termine nelle infrastrutture: trasporti e comunicazioni prima di tutto. Questi obiettivi, proprio per i risultati a lungo termine prevedono una partecipazione dello stato con imprese private del settore.

Qui sta il parallelo con Cuba. Sull’isola l’esigenza immediata di investimenti infrastrutturali è ancora più pressante delle necessità in alcuni paesi europei. 
C’è da costruire di tutto: strade, linee elettriche e telefoniche, connessioni internet a banda larga, impianti idrici e fognari, ferrovie.
Sappiamo bene l’esiguità delle casse dello Stato, ma proprio in quest’ottica, considerando adeguate agevolazioni fiscali e futuri dividendi sui profitti, la compartecipazione con imprese straniere sarebbe una possibile alternativa sostenibile nel lungo termine.

2. Educazione scolastica

In Europa, ed in misura maggiore negli Stati Uniti, la carenza di preparazione basica negli istituti superiori è una scottante realtà. L’educazione dovrebbe essere mirata ad una preparazione nei principi base del management, nella gestione economica e imprenditoriale di base, nell’uso delle nuove tecnologie e nei rapporti interpersonali.

A Cuba il sistema scolastico massivo e gratuito è una realtà concreta da decenni, una delle maggiori conquiste della rivoluzione socialista. E’ anche vero che oggi, come ho già illustrato nel precedente post, la carenza di professori sta generando un problema serio che le autorità devono saper risolvere in tempi stretti se non vogliono perdere la posizione di privilegio conquistata nei decenni passati.

3. Nuove tecnologie

In Europa l’uso delle nuove tecnologie ed in particolare lo sviluppo di piccole-medie imprese specializzate nella ricerca e creazione di servizi e produzione con il massiccio utilizzo di tecnologie innovative è ancora in fase sperimentale. Quelle compagnie definite ”start up”, ovvero  mirate alla ricerca e sviluppo di settori di mercato basate sull’utilizzo di hi-tech faticano a decollare.

A Cuba nonostante la presenza di centri di ricerca statali innovativi in alcuni settori bio-tecnologici e medicali, la diffusione della banda larga è molto limitata. Il suo sviluppo unito ad un'agevolazione delle partecipazioni di imprese straniere potrebbe accrescere realtà produttive innovative in questi settori emergenti e di grande sviluppo. 
Va da sé che la necessaria diffusione dell'uso di internet, l'immediato ampliamento della banda larga anche ai cittadini privati è una tappa obbligata per la diffusione della cultura e dell'implemento sociale della rete. 

Quindi, anche se il paragone tra la realtà europea e quella cubana è sempre da prendere con le dovute precauzioni, si nota una concreta similitudine nel possibile sviluppo economico dell'isola che, se affrontato con le relative proporzioni, potrebbe divenire una realtà importante per porre il paese caraibico in una posizione rilevante nel suo futuro panorama sostenibile e sensibilmente influente sia a livello di un’economia interna che per uno sviluppo produttivo su base internazionale.

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