Venerdì
scorso ho assistito, per lavoro, ad un importante convegno all’università Luiss
di Roma. Il tema della conferenza era “Beyond the short term”, la visione del
futuro economico dell’Europa nel lungo termine. Hanno partecipato figure
preminenti dell’economia internazionale tra le quali Jean Paul Fitoussi, Chistopher Pissarides, premio nobel per l’economia nel 2010 e il nostro ministro per lo
sviluppo economico Corrado Passera.
Mentre
i relatori presentavano le loro conclusioni sul possibile sviluppo economico europeo
mi veniva spontaneo raffrontarlo con un possibile scenario cubano.
A
prescindere dalle cause che hanno generato il drammatico panorama odierno
europeo fatto di recessione e debiti pubblici, sono emersi dal convegno tre
possibili punti sui quali scommettere per una ripresa economica sostenibile:
1.
Investimenti nelle infrastrutture.
2.
Educazione scolastica, maggiormente focalizzata sulle scuole superiori che
universitarie.
3.
Implementazione delle nuove tecnologie.
I
tre punti emersi ed analizzati dagli economisti presenti hanno forti analogie
con quelle che potrebbero essere le future sfide dell’economia cubana nel lungo
termine.
In
contrasto con gli obiettivi delle grandi compagnie globali che mirano ad un
investimento sul breve e medio termine, si scommette su investimenti a lungo
termine nelle infrastrutture: trasporti e comunicazioni prima di tutto. Questi
obiettivi, proprio per i risultati a lungo termine prevedono una partecipazione
dello stato con imprese private del settore.
Qui
sta il parallelo con Cuba. Sull’isola l’esigenza immediata di investimenti infrastrutturali
è ancora più pressante delle necessità in alcuni paesi europei.
C’è da costruire
di tutto: strade, linee elettriche e telefoniche, connessioni internet a banda
larga, impianti idrici e fognari, ferrovie.
Sappiamo
bene l’esiguità delle casse dello Stato, ma proprio in quest’ottica, considerando
adeguate agevolazioni fiscali e futuri dividendi sui profitti, la
compartecipazione con imprese straniere sarebbe una possibile alternativa sostenibile
nel lungo termine.
2.
Educazione scolastica
In
Europa, ed in misura maggiore negli Stati Uniti, la carenza di preparazione
basica negli istituti superiori è una scottante realtà. L’educazione dovrebbe
essere mirata ad una preparazione nei principi base del management, nella
gestione economica e imprenditoriale di base, nell’uso delle nuove tecnologie e
nei rapporti interpersonali.
A
Cuba il sistema scolastico massivo e gratuito è una realtà concreta da decenni,
una delle maggiori conquiste della rivoluzione socialista. E’ anche vero che
oggi, come ho già illustrato nel precedente post, la carenza di professori sta
generando un problema serio che le autorità devono saper risolvere in tempi
stretti se non vogliono perdere la posizione di privilegio conquistata nei
decenni passati.
In
Europa l’uso delle nuove tecnologie ed in particolare lo sviluppo di
piccole-medie imprese specializzate nella ricerca e creazione di servizi e
produzione con il massiccio utilizzo di tecnologie innovative è ancora in fase
sperimentale. Quelle compagnie definite ”start up”, ovvero mirate alla ricerca e sviluppo di settori di
mercato basate sull’utilizzo di hi-tech faticano a decollare.
A
Cuba nonostante la presenza di centri di ricerca statali innovativi in alcuni
settori bio-tecnologici e medicali, la diffusione della banda larga è molto
limitata. Il suo sviluppo unito ad un'agevolazione delle partecipazioni di imprese straniere potrebbe accrescere realtà produttive innovative in questi settori emergenti e di grande sviluppo.
Va da sé che la necessaria diffusione dell'uso di internet, l'immediato ampliamento della banda larga anche ai cittadini privati è una tappa obbligata per la diffusione della cultura e dell'implemento sociale della rete.
Quindi,
anche se il paragone tra la realtà europea e quella cubana è sempre da prendere
con le dovute precauzioni, si nota una concreta similitudine nel possibile
sviluppo economico dell'isola che, se affrontato con le relative proporzioni, potrebbe
divenire una realtà importante per porre il paese caraibico in una posizione
rilevante nel suo futuro panorama sostenibile e sensibilmente influente sia a livello di un’economia
interna che per uno sviluppo produttivo su base internazionale.
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