Forse la domanda di fondo tra gli osservatori di Cuba
è la questione se le cose, o per meglio dire la poltica, sull'isola stanno
cambiando in meglio, o se rimangono ferme allo stesso punto degli ultimi 50
anni. Volendo essere obiettivi bisognerebbe dire che entrambi i fenomeni esistono. Un osservatore realistico deve riconoscere
che non ci si può aspettare che tutto cambi improvvisamente in una volta
sola. Il paese è complicato, è una nazione socialista ancora legata ad una visione
anacronistica della società, ha una gigantesca burocrazia statale che si muove
lentamente.
Cuba affronta alcune delle stesse sfide da molti
anni. Come si fa a incoraggiare i lavoratori ad innovarsi e aumentare la
produttività quando non hanno incentivi materiali per farlo?
Come può il paese transitare
da un'economia controllata dallo stato senza svincolarsi dal ferreo controllo dei
mezzi necessari per espandere il settore privato?
Come si fa a gestire in modo
efficace l'uso di due valute nel paese senza considerare la disparità di
reddito per le persone che hanno accesso ad una sola di queste due valute?
E ci sono altre sfide di fronte al paese, che lo
mantengano su un terreno piuttosto fragile.
Attrarre investimenti esteri rimane
una sfida difficile quando gli stranieri non possono essere sicuri, visto un passato
fatto di espropri, congelamento di beni e statalizzazioni, che i loro
investimenti saranno completamente al sicuro. E, naturalmente, c'è l'embargo
degli Stati Uniti.
Nonostante tutto, la crescita economica di Cuba nella
prima metà del 2012 è stata pari a un rispettabile 2,1%, migliore della crescita
vista negli Stati Uniti.
In realtà. Cuba è attivamente presente con attivi scambi
commerciali con partner come il Venezuela, Cina, Spagna, Brasile e Canada, e
anche con gli Stati Uniti in alcuni settori selezionati che rispondono alle
regolamentazioni imposte dal più ampio embargo.
Sicuramente molti problemi esistono ancora. Gli
attivisti dell’opposizione sono regolarmente puniti e censurati. Imprenditori
del settore privato tenteggiano di fronte a una serie di difficoltà
burocratiche e di forniture. Ma c'è un’apertura nella transizione in corso nell’apportare
modifiche sociali ed economiche che la comunità internazionale vuole vedere, ma vengono attivate troppo lentamente, ritardando così l’impegno preso di
muoversi in avanti.
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