Ma
il risultato delle riforma non è stato quello sperato. Nel Luglio di quest’anno
i lavoratori in proprio (cuentapropistas) erano stimati in 387.275, dei quali
il 68% prima non aveva un impiego abituale, il 16% lavora per altri “cuentapropistas”
e il 15% sono in pensione.
Nonostante
il numero dei lavoratori privati siano aumentati significativamente, il costo
delle licenze, delle tasse e le “mance” devolute a funzionari corrotti, hanno
generato un notevole numero di lavoratori che preferiscono continuare a
muoversi nell’illegalità.
Il
periodico ufficiale Trabajadores afferma che questi lavoratori illegali sono
una minaccia reale, denunciando alcuni casi, come quello dei tassisti, che “rubano” clienti a quelli ufficiali e si comportano in modo
scorretto non facendo le code ai parcheggi, violando le regole di transito e
ovviamente evadendo le imposte.
Anche
le case private sprovviste di licenza affittano in nero le loro abitazioni a
stranieri, offrendo prezzi più bassi di quelle legali, ma per poterlo fare si
avvalgono di funzionari pubblici corrotti, come suggerisce il periodico governativo,
sia dell’ufficio tributario che controlla le abitazioni che dell’immigrazione
stessa dove uno straniero deve dichiarare il suo domicilio a Cuba.
Inoltre
il mercato nero continua a proliferare impunemente. Innanzitutto perché la
mancanza di magazzini all’ingrosso non permette, ad esempio, ai gestori di negozi di abbigliamento o a
meccanici, il rifornimento della merce o di pezzi di ricambio.
L’unico modo per rifornirsi è comprando da “las mulas” che introducono illegalmente quei prodotti introvabili sull’isola.
L’unico modo per rifornirsi è comprando da “las mulas” che introducono illegalmente quei prodotti introvabili sull’isola.
Anche
i proprietari di ristoranti o caffetterie preferiscono comprare gli alimenti
già preparati da lavoratori illegali
piuttosto che processarli personalmente.
Inoltre l’approvvigionamento degli alimenti basici passa dal mercato nero, chi prima delle licenze vendeva alcuni prodotti al minuto, ora preferisce venderli in quantità ai gestori di attività private legali. Questo causa una diminuzione di alimenti come la farina che hanno subito un aumento significativo dei prezzi, dai 1, 4 pesos agli attuali 8. Anche in questo caso il proprietario dell’esercizio commerciale si deve avvalere di funzionari corrotti che falsificano i libri dove devono essere registrati i prodotti acquistati e i servizi offerti.
Inoltre l’approvvigionamento degli alimenti basici passa dal mercato nero, chi prima delle licenze vendeva alcuni prodotti al minuto, ora preferisce venderli in quantità ai gestori di attività private legali. Questo causa una diminuzione di alimenti come la farina che hanno subito un aumento significativo dei prezzi, dai 1, 4 pesos agli attuali 8. Anche in questo caso il proprietario dell’esercizio commerciale si deve avvalere di funzionari corrotti che falsificano i libri dove devono essere registrati i prodotti acquistati e i servizi offerti.
Il
caso dei tassisti registra un altro fenomeno preoccupante. Il giornale
Trabajadores lamenta la presenza di autisti di taxi che non possiedono il
mezzo, ma lo affittano da terze persone pagando una tariffa giornaliera e
guidando il veicolo illegalmente. Il prezzo per “noleggiare” l’auto da chi
possiede la licenza va dai 550 pesos per un’auto da cinque posti, fino ai 1000
pesos per una jeep da 10 posti. Il proprietario paga la benzina e la
manutenzione e l’autista illegale a fine giornata può guadagnare fino a 600
pesos.
Altro
fenomeno bizzarro è dato da quelle persone che rivendono merci che si vendono
nei supermercati in CUC e che a volte scarseggiano. Prodotti come: detersivi,
lampadari, neon, ferramenta, articoli sanitari, tuberie, etc. si torvano più facilmente per strada che nelle "tiendas", ci si domanda da
dove provengono tali prodotti!
In
conclusione la lotta dei “cuentapropistas” per riuscire a sopravvivere è sempre
più serrata, perché alla base delle merci che vengono vendute c’è sempre lo
Stato che è l’unico che può fornire a prezzi imposti e regolamentati dalle
autorità i
prodotti commercializzati.
Alla fine chi dovrebbe beneficiare delle attività private non ne sente la reale utilità, i prezzi sono alti e la mancanza di una concorrenza leale rende queste nuove realtà inaccessibili al cittadino comune.
Alla fine chi dovrebbe beneficiare delle attività private non ne sente la reale utilità, i prezzi sono alti e la mancanza di una concorrenza leale rende queste nuove realtà inaccessibili al cittadino comune.
La
corruzione aggrava ancor di più la situazione. Se prima era già una piaga tra
gli impiegati statali, oggi è ancora più estesa, ma ora si maschera e si camuffa
dietro rivenditori ufficiali che sono obbligati a rifornirsi al mercato nero con l’ausilio
di funzionari compiacenti.
1 commento:
Nonostante il numero dei lavoratori privati siano aumentati significativamente, il costo delle licenze, delle tasse e le “mance” devolute a funzionari corrotti, hanno generato un notevole numero di lavoratori che preferiscono continuare a muoversi nell’illegalità.
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