Sino a qualche anno fa nessuno avrebbe pensato
che tre paesi latinoamericani, a nome della CELAC (Comunidad de Estados LatinoAmericanos y Caribenos) e senza il riconoscimento degli Stati Uniti potessero viaggiare in
India e Cina in cerca di nuovi e maggiori orizzonti economici.
I rappresentanti di Venezuela, Cile e Cuba
integranti dell’attuale troyka della CELAC si sono incontrati con rappresentanti di
queste due nazioni con una intensa agenda di lavoro congiunta.
Sono cinque i fattori fondamentali che hanno
permesso questa proiezione congiunta dell’America Latina:
1. L’emersione nella regione di governi sovrani e
più indipendenti.
2. La sconfitta nel 2005 in Argentina del
progetto nordamericano dell’ Area di Libero Commercio per le Americhe (ALCA)
come forma di collegamento economico e politico nella regione.
3. La grave crisi economica che dal 2008 sta
colpendo gli USA.
4. La creazione nel 2010 della CELAC, organismo
che raggruppa le 33 nazioni del subcontinente senza la partecipazione di
Washington.
5. L’incremento economico di India e Cina
nonostante la crisi globale.
Durante gli incontri di Pechino, il cancelliere
venezuelano Nicolas Maduro ha affermato che “la CELAC ci raggruppa all’interno
di un concetto di unione di una nostra america, veramente indipendente, con
possibilità di sviluppo e integrazione con il resto del mondo in condizioni di
equilibrio ed uguaglianza”.
Durante gli incontri di Nuova Deli si è stabilito
un foro di sviluppo economico imprenditoriale tra l’india e l’America Latina, si
è creato un gruppo di lavoro sul tema agroalimentare ed energetico che unirà
energie tradizionali e nuove tecnologie.
I settori coinvolti saranno quelli economici,
commerciali, agroalimentari ed energetici.
Dal 2001 il commercio congiunto tra Cina e
America Latina ha avuto un incremento annuale del 30%, nel 2011 ha
raggiunto 241.500 milioni di dollari,
consolidando la Cina come secondo partner commerciale, dopo gli Stati Uniti, e
una delle principali fonti di investimento nella regione.
L’India sino ad ora
raggiunge solo il 10% della presenza cinese con 26.000 milioni di dollari, una
cifra insufficiente e incentrata soprattutto in Brasile, Argentina e Chile.
Per India e Cina, due potenze emergenti che hanno
guadagnato spazi importanti a livello internazionale ed evitato la grave crisi
capitalista globale, risulta fondamentale incrementare gli interscambi e gli investimenti
con l’America Latina e i Caraibi.
La CELAC sta già lavorando per livellare le
differenze che attualmente esistono tra alcuni stati della regione a livello
economico e politico, sostenendo azioni di libero commercio in una zona considerata
per decadi regno incontrastato degli Stati Uniti.
E’ la prima volta che con la CELAC tutta la diplomazia dei paesi
dell’America Latina e dei Caraibi confluiscono in un solo meccanismo di
dialogo, cooperazione e integrazione, che rende alla regione un solido fronte
di dialogo con altri blocchi, paesi e zone del mondo.
Nonostante i gruppi politico-economici
statunitensi guardino con sospetto la decadenza del loro strumento principale
di dominio nella zona durante le passate decadi, il così detto panamericanismo,
in realtà i tempi sono cambiati e sarà difficile tornare a installare quel
legame che professava “America per gli americani”.
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