22 luglio 2012

Economia cubana: le nuove leggi doganali stringono la cinghia


Le nuove leggi doganali che entreranno in vigore da Settembre avranno una forte ripercussione sociale, perché in varie forme condizioneranno la maggioranza dei cubani, rendendo la loro vita quotidiana un po più difficile e parecchio più cara. 


Nonostante le licenze concesse prevedano che i prodotti offerti nei negozi privati di abbigliamento e calzature debbano essere confezionati dagli stessi venditori, in queste nuove botteghe si trovano merci provenienti da paesi come gli USA, il Mexico, Ecuador o Panama, trasportati a Cuba da “las mulas” in pacchi che vengono importanti come merce personale e poi rivenduta ai negozi privati. 

Attualmente il commercio ufficiale cubano offre prodotti cinesi di scarsa qualità e ad un costo eccessivo per il cubano comune, il mercato parallelo al contrario propone merci più accattivanti sia nel disegno che nella qualità e ad un prezzo competitivo, qui si possono acquistare dagli elettrodomestici ai deodoranti. Inoltre esiste la possibilità di acquistare on-line dai grandi magazzini di Miami. 
Le nuove leggi aumentando le imposte hanno lo scopo di limitare la quantità delle merci importate e di conseguenza ridurre drasticamente l’invio tramite “las mulas” di pacchi destinati al commercio e camuffati ad “aiuto familiare”. 


I cubani residenti pagheranno le tasse in CUP solo per il primo viaggio, dal secondo dovranno pagare un’imposta di $10 al Kg per un bagaglio di 30 Kg. Ovviamente si limitano così gli invii da Miami di merci come frigoriferi, lavatrici, ferramenta, giochi, etc. destinati a rivenditori privati cubani. 

Sull’isola ci sono poche opzioni per vestirsi, o i magazzini dello Stato, merce cinese di scarsa qualità e elevato prezzo, o i negozi privati con prodotti migliori sia come costo che come qualità. 
Anche l’acquisto via internet tramite siti come “Revolico” si sta diffondendo nonostante la cattiva connessione in rete dall’isola, tramite questo sito si può acquistare di tutto e vederselo recapitare ala porta di casa.

Può avere una logica che il governo tenda a proteggere il commercio nazionale, il fatto è che nei magazzini ufficiali le merci scarseggiano, sono care e di bassa qualità e la fine del contrabbando lascerà senza alcun reddito migliaia di famiglie cubane.

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