15 febbraio 2011

Vivere a Cuba: turisti preoccupati per eventuali proteste popolari

I recenti appelli per una mobilitazione popolare per le strade dell'Havana promossa da vari gruppi di dissidenti, soprattutto all'estero, preoccupano alcuni turisti che avevano programmato una vacanza sull'isola per la prossima settimana.

In concomitanza con una eventuale protesta per la settimana dal 21 al 26 Febbario, almeno un hotel della capitale ha lamentato diverse telefonate da turisti, per la maggior parte dal Canada e da Miami, per chiedere informazioni su eventuali rischi e in alcuni casi per disdire prenotazioni già effettuate.

Credo che che la preoccupazione di questi turisti siano esagerate, anche se la partecipazione agli appelli, soprattutto divulgati da Facebook, a detta degli organizzatori è da tenere in seria considerazione.

Da parte mia ho già espresso i miei dubbi, anzi la mia contrarietà ad una manifestazione di questo tipo, promossa cavalcando i recenti moti mediorientali.
Cuba non ha la stessa situazione economica e sociale che quei paesi del Magreb sopportano da anni, sopratutto la popolazione dell'isola non ha le stesse caratteristiche, nè culturali nè ideologiche.
Forse sarà possibile una mobilitazione popolare, ma sicuramente in forma minore rispetto a quello che gli organizzatori si aspettano.

Inoltre ritengo davvero inopportuno una protesta in questo momento, quando il Governo sta cercando di attuare nuove misure per cambiare la situazione economica sull'isola: la prossima liberazione degli ultimi 9 prigionieri politici detenuti, le recenti privatizzazioni di 178 attività commerciali e professionali e la nuova fibra ottica che collega Cuba al Venezuela e che permetterà una connessione a banda larga, sarà anche estesa a privati cittadini e alle nuove imprese private.

Rispondere con una manifestazione che potrebbe assumere aspetti violenti, non aiuterà certo quel processo che da molti anni ci si auspica a Cuba, anzi potrebbe irrigidire la posizione del Governo e rendere più difficli queste nuove aperture mirate ad una normalizzazione economica e sociale sull'isola.

1 commento:

nino ha detto...

rob, il governo cubano per bocca del presidente del consiglio di stato e del governo, raùl castro, alla fine di dicembre davanti alla assemblea del poder popular, ha affermato chiaramente che dalle riforme non si torna indietro.
Perciò, nessuna reazione alle manifestazioni le fermerà.
Il governo cubano ha talmente in pugno la situazione, che sui giornali dell'isola, tutti governativi, si è raccontato dell'egitto.
Fidel castro,inoltre, in un articolo, pubblicato ieri su il granma, ha manifestato il suo entusiasmo per la rivoluzione delle piramidi.
Forse tra il 21 e il 26 febbraio ci sarà qualche turista in meno, che sarà tranquillamente recuperato dopo.