15 febbraio 2011

La politica di Cuba: Fidel appoggia il popolo egiziano

Il comandante Fidel Castro, pone la sua visione personale in merito agli eventi appena accaduti in Egitto. Lunedì scorso sulle "riflessioni" del quotidiano El Granma, afferma che la rivolta ha spodestato un prezioso alleato degli Stati Uniti. Nella sua colonna sembra alludere sottilmente anche al Governo cubano oggi presieduto dal fratello Raul, quando si riferisce all'aumento dei prezzi e alla corruzione, entrambe piaghe diffuse a Cuba.

La parte centrale della riflessione l'ha dedicata all'accordo di pace del 1978 di Camp David tra Egitto e Israele, la sesta potenza nucleare del pianeta, sottolineando come, con l'obiettivo di creare una barriera all'espansionismo degli oltranzisti islamici, Mubarak sia stato foraggiato da miliardi di dollari che non sono mai stati impiegati per uno sviluppo economico e sociale del paese, al contrario alimentavano un regime corrotto che si è arricchito sulle spalle del popolo che ha sofferto così una povertà sempre più estesa.

"Sarebbe un errore immaginare che il movimento popolare rivoluzionario in Egitto obbedisce teoricamente ad una reazione contro le violazioni ai loro diritti più elementari. I popoli non sfidano la morte protestando con energia per questioni semplicementi formali, lo fanno quando i loro diritti legali e materiali sono sacrificati senza pietà alle esigenze insaziabili dei politici corrotti e dei circoli nazionali e internazionali che saccheggiano il paese. Come si può conciliare l'aumento incredibile del prezzi degli alimenti con i miliardi di dollari che si attribuiscono a Mubarak?" ha scritto Fidel.

Alcuni di questi argomenti, come l'aumento degli alimenti e la diffusa corruzione, potrebbero essere intepretati come una velata accusa al governo di Raul.
Alcuni alimenti infatti, come zucchero e riso, sono venduti oggi ad un prezzo notevolmente superiore rispetto alla "libreta", per poter rifornire quelle piccole imprese come ad esempio le panetterie private.

fonte El Nuevo Herald

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