25 febbraio 2011

Riflessioni di Rob: l'illusione della democrazia

Mi convinco sempre più che il problema di Cuba oggi non è Fidel nè tantomeno il partito unico. Mi rendo conto che questa affermazione susciterà rabbia e indignazione in quelle persone che dentro e fuori l'isola chiedono a gran voce democrazia, pluralità, elezioni libere.
In quei paesi dove la democrazia è da decenni una realtà sociale, spesso non si nota la differenza con altri paesi dove invece un partito unico è al potere.

Mi spiego meglio, voglio paragonare il mio paese, nel senso che quì sono nato, l'Italia e Cuba sotto vari aspetti: la democrazia, la contrapposizione tra Governo e opposizione, la libertà, la corruzione, la repressione, il panorama sociale, la sanità e le scuole.

1. La democrazia in Italia è puramente illusoria. Sin dal dopo guerra la Democrazia Cristiana, contrapposta al Partito Comunista e al Movimento Sociale, ha governato per vari decenni, quasi sempre con alleanze politiche di altri partiti, ma sempre di centro. Le opposizioni, con il PCI e l'MSI, facevano la loro parte, aspettando e sperando di arrivare un giorno alle poltrone di potere, ma neanche troppo in fin dei conti.

Sin da allora il popolo, a parte mettere una firma su una scheda, non ha mai avuto il controllo nè delle persone elette a rappresentarli nelle camere, nè del potere di sciogliere direttamente un governo se non gli andava bene. Queste prerogative sono sempre state dei partiti stessi, con meccaniche e strategie segrete e sconosciute al popolo.

Tutto questo in un crescendo di spartizioni tra i partiti stessi, di governo e opposizione, di poteri esecutivi, gestione economica, favoritismi e giochi politici, nei quali le esigenze dei cittadini quasi mai, per essere magnanime, erano presenti.
Per 50 anni circa questa prassi nella gestione del potere si è ingigantita ed è infine esplosa come una pustola puzzolente sino alla famosa "tangentopoli", cioè la "scoperta" che il potere politico era marcio e corrotto in ogni suo aspetto. Craxi, socialista, presidente del consiglio all'epoca fuggì all'estero, dove morì in esilio, fece da caprio espiatorio per un sistema che ha continuato a prosperare sino ad oggi.
Si parlò di una pulizia totale del sisteme politico, della fine della "prima repubblica".

Iniziò così la "seconda repubblica", si affacciò sul panorama italiano Berlusconi, con la falsa promessa di portare un'aria nuova nei palazzi di potere, ma con la vera intenzione di gestire il paese come le sue aziende, a base dello stesso sistema, rimodernato nei modi, che pretendeva cambiare: il clientelismo, la corruzione, l'acquisto dei consensi politici per gestire il potere a suo unico interesse economico.
Da allora è quasi sempre rimasto al potere, a eccezione di un paio di governi di centro sinistra ancora più patetici, se possibile, dello stesso Berlusconi.

Ora, tornando alla pluralità politica, alle libere elezioni, il connubio tra mafia e politica dal dopo guerra ad oggi si è consolidato sempre più. Oggi i rappresentanti dei cittadini sono eletti con una legge elettorale scandalosa, supportata dall'acquisto dei voti per soldi o favori. Nelle province del Sud si può comprare un voto con meno di 50€, ma anche al Nord, magari ad un prezzo più alto, i voti in cambio di favoritismi sono alla base dell'elezione di questo o quel sindaco o assessore.

Questo per continuare a foraggiare le mafie che sono oggi il vero motore economico italiano. Se la mafia fosse realmente sconfitta e scomparisse all'improvviso, l'Italia subirebbe un crollo economico senza precedenti. Tutte le attività economiche sono subdolamente e più o meno segretamente gestite dalle mafie bianche. Cioè da grandi società che operano legalmente nei mercati con i soldi delle attività mafiose stesse.

In questo senso Democrazia è una parola vuota di significato. Le elezioni sono pura illusione. La pluralità non ha senso. La realtà è che il, o i, partiti al governo agiscono e decidono in modo del tutto autonomo, senza che il popolo possa influenzare minimamente le loro decisioni.

E' per questo che non vedo una reale differenza con Cuba, con il Governo di un partito unico. Anzi, trovo molto più coerenti le decisioni prese da un Governo che in modo unilaterale leggifera e gestisce il potere socio-economico del paese che guida.

2. Visto la falsità della democrazia, va da sè che non esiste una contrapposizione tra governo e opposizioni. Esistono interessi politici ed economici differenti, ma con lo stesso obiettivo, mantenere il potere per scopi e interessi personali autogestiti, nell'indifferenza verso le esigenze concrete dei cittadini e del paese che governano.

Anche quì è più coerente un partito unico, che almeno non pretende giustificare falsamente le proprie decisioni.

3. La libertà intesa come possibilità di entrare e uscire dal paese, potersi esprimere liberamente, avere un'attività propria, è forse la sola differenza reale con Cuba, ma anche quì è più un diversivo, un cioccolatino concesso al popolo. Non influisce minimamente nella gestione del Governo e delle sue leggi.

4. Si urla tanto della diffusa corruzione nelle file del potere cubano. E in Italia? la corruzione non è solo diffusa, ma è ormai un modalità operativa dei politici che la fanno sembrare un modo "para-legale" per continuare nella gestione dei propri interessi.
La scandalosa realtà odierna in Italia della compra-vendita dei parlamentari, che Berlusconi applica senza il minimo pudore, dimostra come sia una normalità. Il potere economico individuale di un imprenditore come Berlusconi compra i consensi politici, creando un governo che ha così i numeri per continuare a leggiferare a suo unico vantaggio.

A Cuba perlomeno, nonostante la corruzione sia presente in modo diffuso, non viene accettata come normalità, come prassi politica, come modo di gestione economica e sociale del paese. Anzi viene condannata e punita in modo severo.

5. La repressione in Italia non è molto differente da quella cubana. E' sì più velata, ma è forse anche più violenta. In carcere quì si muore molto più che a Cuba, e nell'indifferenza generale. Anche per chi ha commesso reati futili la sopravvivenza in prigione è una lotta quotidiana. Le carceri sono fatiscenti, la violenza della polizia all'interno dei penitenziari è terribile, ma soprattutto è nascosta, non viene quasi mai denunciata.
La repressione verso i "dissidenti" che manifestano per strada è sempre più violenta.
Un esempio per tutti, durante il G8 di Genova del Luglio 2001, le violenze della polizia verso gli studenti che contestavano i grandi del pianeta sono diventate di dominio pubblico a livello internazionale. Oggi nessuno dei responsabili di quegli atti è stato punito.
A Cuba non so se si raggiungono questi livelli di repressione criminale...

6. Il panorama sociale, inteso come benessere economico, è ormai triste e illusorio. In Italia sono sempre più le persone che sopravvivono con salari miserabili, ai limiti della sopravvivenza. Mentre i circoli di potere arricchiscono in modo smisurato, creando un divario sociale sempre più marcato tra classe media, che si avvicina sempre più alla povertà, e classe alta con un potere mafioso che è ormai a capo di ogni attività economica "legale" e che quindi condiziona i vertici del potere e la "democrazia" stessa.

Cuba sta cercando di sviluppare un'aconomia interna che, almeno teoricamente, non si prefigge di liberalizzare in modo selvaggio le attività private, evitando così di creare quelle differenze sociali che fanno arrichire sempre chi i soldi li ha già, relegando così a comparse falsamente libere il resto dei cittadini-imprenditori.

7. Sanità e scuole. La prima in Italia è teoricamente estesa ad ogni cittadino, non si muore come negli USA di stupide malattie se non si ha il denaro per farsi curare. Ma è anche vero che oggi la mala sanità, la cattiva preparazione di molti medici, i finanziamenti nella sanità pubblica sempre più scarsi stanno mettendo a rischio anche questa garanzia sociale.
Senza parlare delle scuole, sempre con la scusa della crisi, i finanziamenti per le scuole pubbliche stanno quasi scomparendo. Le università hanno costi proibitivi per molti cittadini. Le scuole dell'obbligo sono invece di una desolazione imbarazzante. L'ignoranza degli studenti è sempre più estesa e la preparazione dei docenti è largamente insufficente. Anche quì l'istruzione diventa sempre più un privilego per quei benestanti che possono pagarsi una scuola privata e che possono continuare così a creare generazioni di giovani a loro immagine e somiglianza.

A Cuba sanità ed educazione scolastica sono, nonostante le difficoltà economiche che devono sopportare, realtà innegabili a disposizione di tutti i cittadini.

In conclusione tutta questa differenza tra un paese "libero e democratico" come l'Italia e uno "totalitario" come Cuba non esiste. Esistono problemi differenti, ma che si stanno avvicinando sempre più.
Una vera innegabile differenza esiste. L'Italia, come la maggioranza dei paesi occidentali, vive un declino socio-economico sempre più grave. Il modello democratico-liberista ha fallito. I debiti nazionali stanno soffocando la popolazione, il futuro può solo peggiorare. In tre parole "è finita un'epoca". L'edonismo, la superficialità hanno finito la loro storia, indietro non si torna, la crisi non rientrarà mai!

A Cuba, al contrario, esistono le basi sociali per creare una vera alternativa a quel modello fallimentare che dagli USA all'Europa, stà affossando le economie di tutti quei paesi che devono subire il controllo "democratico " delle banche e delle lobby internazionali.

2 commenti:

nino ha detto...

rob, la differenza c'è.
E' vero che in italia c'è una legge elettorale porcata e i due schieramenti in economia la pensano allo stesso modo, ma la differenza è evidente.
Posso dire tranquillamente abbasso il capo del governo, lo so che non risolvo niente, ma lo posso dire, senza che questo mi faccia finire in carcere.
Posso costituirne qualsiasi partito o sindacato o farne parte.
A cuba no. Posso costituire qualsiasi associazione senza la necessità di avere l'autorizzazione governativa, pena il carcere.
Poi lo so che la politica economica la fanno i banchieri e le grandi imprese e che i governi sono fantocci nelle mani di queste entità e il mio voto non conta nulla, a meno che una maggioranza cospicua non la pensi come me.
Ma la differenza c'è tra l'italia e cuba, tra il multipartitismo e il partito unico.
A cuba non si può chiedere il multipartitismo, perchè è evidentemente una richiesta che non ha attenti ascoltatori e almeno per molto tempo c'è poco da sperare.
Quello che si può fare da parte della gente è approfittare delle riforme economiche in atto per avere una vita piu' tranquilla e sperare che il partito si apra alle critiche costruttive, perchè le altre sono pericolose, per chi le fa.

Roberto Ferranti ha detto...

E' vero puoi gridare il tuo pensiero, ma resta una gratificazione personale sterile, comunque anche questo è sempre più tollerato anche a Cuba, Farinas e molti altri si esprimono liberamente, vengono fermati si, ma alla fine hanno lo stesso risultato delle nostra grida quì, Yoani poi non ha limitazioni, se non il blocco del blog ogni tanto, nel dire quello che pensa. In sostanza le grida non preoccupano i governi nè quì nè là. In questo senso la differenza resta teorica.
La sola cosa che può stimolare un nuovo futuro politico, non solo a Cuba, è la reinvenzione di un nuovo sistema politico, che ovviamente permetta la pluralità, ma non solo teorica, pratica, che questa pluralità generi nuove idee da attuare, magari con il rischio di sbagliare, ma con la possibilità di creare qualcosa di nuovo. La democrazia, e la sua esportazione nel mondo, così come viene concepita non ha differenze pratiche con il totalitarismo.
Nè una nè l'altro hanno un futuro, sono emtrambi sistemi morti e sepolti. Bisogna disegnare qualcosa di nuovo, l'alternativa è la morte sociale... con uno o cento partiti non fa differenza!