28 gennaio 2011

Repressione a Cuba: decisioni

di Pedro Arguelles Moran dal blog Voces tras las Rejas
foto di Raúl García

Lo scorso 18 Gennaio, noi 8 integranti del gruppo dei 75 (prigionieri di coscienza n.d.t.) che continuamo ad essere incarcerati come ostaggi dal regime totalitario cubano, abbiamo compiuto 7 anni e 10 mesi dall'essere stati sequestrati dalla polizia comunista.
Due giorni dopo, alle 7 pm circa mi hanno portato nell'ufficio del direttore della prigione di Canaleta dove sono confinato. Lì si trovavano il direttore della prigione e una giovane e bella psicologa del Ministero degli Interni. Lì hanno cercato di farmi capire che visto la mia età e il mio stato di salute, sarebbe stato meglio per me se fossi andato in esilio.

Casualmente giorni prima una dottoressa mi ha visitato e mi ha informato che ho il fegato infiammato e che quindi non posso digiunare. Io gli ho risposto che dalla mia patria non voglio andarmene, perchè quì sono nato e quì voglio morire ed essere sepolto.

Mentre discutevamo, il capo della prigione mi ha detto che mi aveva convocato perchè potessi chiamare al telefono il cardinale Jaime Ortega, così che lui potesse parlarmi. Dissi che non avevo niente da dire a sua Eminenza, perchè il 10 Luglio dello scorso anno gli manifestai, tramite telefono, che non me ne sarei andato dalla mia patria.

La psicologa ha cercato di convincermi dicendo che le persone cambiano opinione e le ho risposto che aveva ragione, visto che nel 1961 a soli 13 anni d'età io andai ad alfabetizzare (il paese n.d.t.) con la brigata Conrado Benitez, anche io ero un miliziano, infatti dopo qualche anno mi iscrissi per il servizio militare dichiarando di avere un'età maggiore a quella reale, appartenevo alla Associazione dei Giovani Ribelli e mi consideravo un rivoluzionario "Patria o Morte". Oggi invece sono anticomunista e anticastrista convinto e impegnato nella lotta civile per conquistare la tanto desiderata transizione democratica.

La bella prefessoressa ha enfatizzato che molte persone avrebbero pianto per avere l'opportunità che io stavo rifiutando, alla quale affermazione io ho risposto che in realtà avrei pianto se mi avessero sradicato dalla maggiore delle Antille. Alla fine ho detto al capo che volevo tornare al distaccamento dove sono confinato e se il Cardinale Ortega avesse chiamato le potevano dire da parte mia che "non voglio lasciare la mia patria".
Decisone che ho preso da tempo, sin dall'anno 1993 da quando cioè mi coinvolsi in un tentativo per uscire illegalmente dal paese dall'Havana e compresi nel mezzo dei preparativi che il mio destino sarebbe stato invece quello di restare per lottare pacificamente per il rispetto dei diritti umani e la libertà inerente alla dignità umana. Decisione che manterrò fino all'ultima consequenza perchè la mia alternativa di vita è stata ed è quella di continuare ad andare avanti e soddisfare la massima di Josè Marti: "il dovere di un uomo è lì dove è più utile". Amen

Pedro Arguelles Moran
prigoniero di coscienza
Prigione provinciale di Canaleta

Nessun commento: