30 gennaio 2011

Cambio a Cuba: manifesto civico ai comunisti cubani

di Eugenio Leal dal blog Veritas

L'annuncio informale della realizzazione del VI congresso del PCC nell'Aprile del 2011, è stato accompagnato dalla pubblicazione di un "Progetto di linee guida" nel quale si riassumono le topiche sulle quale si concentrerà la riunione dell'unico partito cubano.

Questo documento contiene aspetti positivi, specialmente quello dove si evidenzia la comprensione della profonda crisi strutturale che sta attraversando il paese e quello che indica la direzione nella quale realmente si indirizzano le soluzioni proposte, però le sue limitazioni, il suo carattere unilaterale e settario, la ingiustificabile omissione di temi di radicale importanza per il presente e il futuro della nazione, ci ha motivato a pronunciarci sui fondamenti di base che non sono stati considerati dalla massima direzione del PCC.

Alcuni di questi fondamenti basici sono:

- Il progetto è una camicia di forza, destinata a troncare il dibattito sui temi che interessano tutti i cubani. E' un'agenda che, visto l'inesistenza di libertà e diritti essenziali per una democrazia, esclude la partecipazione dei cittadini nelle sue proposte.

- E' inconcepibile che un partito politico eviti il dibattito e cerchi di mantenere sottomessa l'economia e l'ideologia, metodo che ha dimostrato la sua invalidità in più di mezzo secolo.

- La situazione attuale riflette con chiarezza due possibilità: o il modello cubano è irrealizzabile, o il governo ha agito male nella sua applicazione; per cui si impone una autocritica dove si plasmi il riconoscimento del fallimento del modello seguito sino ad oggi e la responsabilità dei governanti nella sua implementazione.

- Se il modello ha fallito, non ha senso attualizzarlo, ma cambiarlo, che implicherà sottoporre a consultazione popolare il cambio dei protagonisti.

- Le misure che il governo sta proponendo negli ultimi tempi al fine di rivedere la critica situazione socio-economica nazionale fuori dal tempo, sono anacronistiche e mancano di realismo. La crisi cubana non ri riconvertirà se non si riconosce l'incidenza che ha avuto nel fallimento del modello cubano in relazione a temi come la proprietà e di conseguenza questa non si modificherà profondamente. Mantenere un sistema che esclude i cubani lontano dal potenziare la produttività e l'avanzamento economico, costituisce un freno allo sviluppo produttivo.

- Qualnque tentativo di migliorare la situazione a Cuba passa attraverso la piena implementazione dei Diritti Umani e del loro carattere indivisibile, visto che i patti, firmati nel Febbraio del 2008, non sono stati ratificati dal Governo. Il raggiungimento di questa conquista non solo implica la liberazione di tutti i prigionieri politici, ma una profonda modificazione giuridica che includa una depenalizzazione della discrepanza politica.

- Si è già raggiunto il tempo limite per l'applicazione di riforme parziali. Nessuna riforma a Cuba può essere confinata alla sfera dell'economia nazionale in quanto la crisi si estende su tutto il sistema. Si necessita quindi di proposte a carattere integrale che non possono essere dimanate esclusivamente dal partito governante, che non ha proposto un nuovo programma per sostituire quello precedente, frutto del congresso del 1986, incompiuto e dimenticato.

- Cuba urge di superare la filosofia della sopravvivenza. I popoli aspirano a vivere e prosperare, non a resistere. I cubani hanno il diritto di prosperare con il prodotto dei loro sforzi. Si impone sradicare la demonizzazione della prosperità.

- Qualunque modello si proponga dovrebbe proclamare con enfasi la fine del così detto "periodo speciale" e l'inizio di una tappa di normalizzazione, basata su principi concordati dei quali ci si possa fidare, come parte di un nuovo patto sociale.

- Il Governo ha riconosciuto implicitamente che il paese dipende economicamente dal capitale straniero. Invece, la collaborazione con i paesi esteri deve essere condizionata solo al compimento dei principi riconosciuti internazionalmente di rispetto ai diritti e della piena partecipazione dei cittadini, della quale oggi i cubani ne sono privati. Nessun investitore può venirsi ad arricchire a causa della mancanza dei Diritti Umani a Cuba. Paradossalmente, la violazione di questi principi fanno perdere il senso alle intenzioni di instaurare una giustizia sociale a partire dal sistema socialista.

- Il nuovo modello che propone il Governo non è "un modello per l'uomo", ma "l'uomo per un modello". L'uomo è subordinato agli interessi economici e ideologici del partito governante. Se si mantiene la condizione sacrificabile degli individui è evidente che non siamo di fronte ad un modello umanista..

- Non è possibile conquistare un avanzamento economico al margine del libero accesso alle informazioni. Il monopolio governativo sulla rete delle informazioni nega le potenziaità di un popolo che ha raggiunto elevati livelli di istruzione ed è una violazione ai suoi diritti.

- L'assenza di alternanza, il nepotismo, la mancanza di un limite negli incarichi pubblici si convertono in un freno allo sviluppo. La responsabilità di fronte al fallimento e l'accumulazione d'interessi da parte di un gruppo instaurato nel perpetuare il potere, tende a sua volta a perpetuare la crisi cubana e torna irreversibile il collasso del sistema. La reltà chiede una riforma su questo piano perchè l'esistenza di altre alternative politiche forzano il Governo ad adempiere con successo la sua gestione di fronte ai destini della nazione.

Cittadini che firmano questo manifesto:

- Dimas Castellanos
- Miriam Celaya
- Reinaldo Escobar
- Rogelio Fabio Hurtado
- Eugenio Leal
- Rafael Leon
- Rosa Maria Rodriguez
- Wilfredo Valin

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