30 gennaio 2011

Riflessioni di Rob: dialogando con un mio lettore

Da molto tempo ho un assiduo frequentatore del mio blog "Nino", commenta con puntualità ed intelligenza alcuni post politici che pubblico. Da quando ho ripreso a scrivere ho piacevolmente constatato che è ancora presente tra i miei lettori. Di certo non condividiamo gli stessi punti vista su Cuba e la politica del regime, ma voglio pubblicare gli ultimi commenti che ci siamo scambiati relativi all'ultimo post da me pubblicato perchè sono puntuali e intelligenti e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, grazie.

Nino - ripetere in continuazione che la gente di cuba può scendere in strada per protestare contro questo e quello, non serve a fare da detonatore alla protesta.Ma se anche la gente scendesse in strada, il governo cubano non invierebbe certamente l'esercito a sparar, sia perchè questo serve per la difesa del territorio dell'isola dalle eventuali ed inverosimili aggressioni esterne, sia perchè anche un solo morto a cuba da parte dell'esercito o della polizia sarebbe qualificata dalla stampa internazionale come massacro e carneficina, quando i morti in egitto, invece, vengono considerati incidenti di percorso di un regime che continua ancora ad avere l'appoggio degli usa e dell'europa, nonostante le 100 vittime. Si verificherebbe la stessa situazione del 1980 e del 1994. Si permetterebbe a qualche migliaio di persone di recarsi negli stati uniti, dove in verità con la crisi economica non si sente la necessità di attirare manodopera, con vecchi e scassati barconi.

30 gennaio 2011 10:05

Rob - Nino apprezzo sempre il tuo interesse verso i miei post e rispetto il tuo punto di vista. Non capisco però come puoi continuare a difendere, anzi enfatizzare, le deficienze, le assurdità, la totale immobilità del regime cubano. Ma tu frequenti Cuba? Sei in contatto con i cittadini comuni? sei mai entrato in una tienda per cercare latte o yogurt per bambini? sei mai stato ricoverato in un ospedale cubano? hai mai visitato una scuola, elementare o università che sia? infine, hai mai provato a vivere con 300 pesos cubano al mese, anche se con libreta? In quanto alle analogie con l'Egitto o la Tunisia la tua visione mi sembra un pò miope. Le analogie (senza tirare in ballo sempre gli USA) sono fin troppo evidenti.
Non si tratta più di schierarsi politicamente, le fazioni ideologiche, se non te ne sei accorto, non esistono più nè a Cuba nè tantomeno in Italia (Bersani e il PD dimostrano fin troppo chiaramente l'assurdità delle sinistre contemporanee). Io mi ritengo profondamente socialista, nel senso più pragmatico e profondo del termine: le nazioni e i governi al servizio del benessere dei popoli e non di meri interessi personali, siano quelli di Fidel o di Berlusconi. Grazie per stimolare un dialogo, con simpatia, Rob.

30 gennaio 2011 10:42

Nino - che a cuba ci siano molte deficienze economiche ed un partito unico che impedisce libere elezioni sono fatti acclarati.
Ma proprio perchè si sta parlando di fatti, non credo sia possibile, per capire quello che potrà accadere, fare riferimento ai propri desideri.
La situazione a cuba è anni luce differente da quella tunisina ed egiziana.
Tutto è cominciato con l'aumento dei beni di prima necessità, dovuto alle speculazioni internazionali ed al fatto che quei governi non sono intervenuti tempestivamente per impedire che il libero mercato determinasse il prezzo del cibo.
Ora, a cuba, per quante limitazioni ci possano essere, il prezzo del cibo è tenuto, per ovvii motivi, sotto costante attenzione da parte del governo.
Perciò è da escludere che la gente possa scendere in strada per questo motivo.
Ma anche ammettendo che la gente scenda in strada per protestare contro le deficienze economiche del governo e per chiedere libere elezioni, il governo cubano farà intervenire semplicemente la polizia senza armi, come è successo nel 1980 e nel 1994.
Al massimo si permetterà a 150-200 mila cubani di andare verso gli stati uniti. L'esercito cubano, infatti, sta con il governo e con il partito e non certamente con i dissidenti.Perciò, mai, si schiererà con questi ultimi. E questi non sono mie speranze, ma i crudi fatti, basta volerli vedere.
Infine, che in tunisia ed egitto le rivolte in piazza permetteranno il crollo dei regimi di ben ali e mubarak non è per nulla scontato. Anzi, in egitto è sicuro il contrario. L'esercito egiziano dal 1952 appoggia il regime e non permetterà, come in algeria nel 1992,la vittoria del partito dei fratelli musulmani.
Al posto di mubarak sarà scelto qualche altro burocrate, non da libere elezioni, ma dai generali egiziani, con grande soddisfazione degli usa i quali, chiaramente, per mezzo del premio nobel per la pace del 2009, in questo momento si dicono sia favorevoli alle riforme, che a mubarak.

30 gennaio 2011 11:21

Rob - Vedi Nino la tua analisi su Egitto e Tunisia è impeccabile, ma questo NON E' IL PUNTO! dici che il prezzo del cibo è tenuto sotto controllo??? Ma che dici! a Cuba se non hai CUC il cibo non c'è proprio!!! Non solo, ma la libreta è sempre più misera e comunque per una famiglia di 4 persona basta a malapena per una settimana, senza considerare che non viene concesso olio, pomodoro passato, burro, sale, pochissimo zucchero, ora anche i vegetali scarseggiano senza parlare dei prodotti basici per l'igiene personale (per il governo dovrebbero girare pieni di croste e puzzando come capre). Vogliamo parlare dell'acqua? In alcune province orientali già da anni l'acqua si paga: a Guardalavaca in provincia di Banes (Holguin) per esempio gli edifici popolari (a poche centinaia di metri dagli hotel per turisti dove l'acqua si sperpera abbondantemente) devono comprare diariamente l'acqua dalle cisterne ad un costo di 10 PC al giorno (fatti i conti solo per l'acqua se ne va un salario mensile). Poi dici che al massimo in caso di sommossa popolare non ci sarebbe violenza da parte della polizia, il regime permetterebbe a chi vuole di andare negli USA, MA CHI CI VUOLE ANDARE!!! I cubani vogliono vivere decentemente e democraticamente nel loro paese, tu saresti felice se per sopravvivere ti permettessero di emigrare in un'altro paese? E poi facendo cosa negli USA? I miserabili? O i malviventi?

30 gennaio 2011 12:09

Nino - che il prezzo degli alimenti sia tenuto sotto controllo non lo dico io, ma sempre i fatti.
Lo stato, infatti, vende con la libreta cibo per 10 giorni a prezzi molto bassi.
Ci sono, inoltre, i mercati agropecuari statali, quelli degli appezzamenti agricoli urbani e dell'ejercito de la juventud che, pur essendo poco forniti, hanno prezzi piu' bassi rispetto a quelli particulares.
Qui sicuramente i prezzi degli alimenti sono alti, ma in casi eccezionali, come il passaggio degli uragani nell'agosto settembre 2008, vengono fissati dallo stato.
Quando parlo di prezzi bassi degli alimenti non mi riferisco, ovviamente, a quelli presenti nelle tiendas in cuc, che non sono alle stelle per un cubano che vive del magro salario statale, ma addiritttura oltre.
Tutto ciò, però, non significa che con il salario statale si riesca a far fronte alle esigenze alimentari e non, anche se sono pochi coloro che non risolvono o non hanno un altro lavoro.
Comunque, bob, non sarà difficile constatare se la rivolta del nordafrica toccherà la isla grande o meno, basterà vedere ciò che accadrà nei prossimi mesi.
Io credo che, sulla base di quanto detto, a cuba non accadrà assolutamente nulla e che gli accostamenti tra l'isola e il nordafrica sono il frutto di attese e speranze, certamente legittimi,ma non suffragate dai fatti.

Nb: meglio inviare barconi negli usa, in caso di rivolte, piuttosto che sparare sulla gente, come hanno fatto e stanno facendo gli alleati del nobel per la pace

30 gennaio 2011 12:46

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Rob Ferranti

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