19 novembre 2009

Vivere a Cuba, Yoani: intervista di Y. a B.

Intervista di Yoani Sanchez a Barack Obama...

Presidente Barack Obama: Ti ringrazio per questa opportunità che mi offri per condividere impressioni con te e con i tuoi lettori a Cuba e nel mondo, approfitto per congratularmi per il premio María Moore Cabot della scuola Superiore di Giornalismo della Columbia University che hai ricevuto per aver promosso lo scambio di informazioni nelle Americhe grazie ai tuoi reportage. Mi è dispiaciuto molto che ti abbiano impedito di viaggiare per ricevere personalmente il premio. Il tuo blog offre al mondo uno spaccato reale di vita quotidiana a Cuba. Internet ha offerto a te e ad altri valenti blogger cubani un libero mezzo libero di espressione, da parte mia sostengo gli sforzi collettivi per fare in modo che altri compatrioti possano esprimersi tramite la tecnologia. Il governo e il popolo statunitense è dalla vostra parte, in attesa del giorno in cui tutti i cubani potranno esprimersi liberamente e pubblicamente senza timore di rappresaglie.

Yoani Sánchez: 1. Per molto tempo l’argomento Cuba è stato presente sia nella politica estera degli Stati Uniti, sia tra le preoccupazioni interne, soprattutto per l’esistenza di una grande comunità cubano-americana. Dal suo punto di vista in quale dei due ambiti deve ubicarsi questo tema?
Obama: Tutti i temi di politica estera hanno componenti interne, specialmente quelli che riguardano paesi vicini come Cuba, da dove provengono molti emigranti ormai residenti negli Stati Uniti, e con cui abbiamo una lunga storia di legami. La nostra decisione di proteggere e sostenere la libertà di espressione, i diritti umani e uno stato di diritto democratico tanto nel nostro paese come nel mondo contribuisce a diminuire le differenze tra politica interna ed estera. Inoltre, molti problemi comuni ai nostri paesi, come l’emigrazione, il narcotraffico e il governo dell’economia, sono temi sia interni che esterni. Infine, le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti devono essere analizzate sia in un contesto domestico che esterno.

Yoani Sánchez: 2. Nel caso che esistesse da parte del suo governo una volontà di porre fine al confronto, pensa di riconoscere il governo di Raúl Castro come unico interlocutore valido per una serie di eventuali colloqui?
Obama: Como ho detto prima, la mia amministrazione è pronta a stabilire rapporti con il governo cubano su diverse problematiche di interesse comune, come abbiamo fatto nei colloqui sul problema migratorio e sulle spedizioni postali dirette. Mi propongo di facilitare anche un maggior contatto con il popolo cubano, specialmente tra famiglie separate, qualcosa ho già fatto con la eliminazione delle restrizioni alle visite familiari e alle rimesse. Vogliamo stabilire rapporti anche con i cubani che vivono fuori dell’ambito governativo, come facciamo in tutto il mondo. È chiaro che la parola del governo non è la sola che conta a Cuba. Approfittiamo di ogni opportunità per interagire con tutti i settori della società cubana e guardiamo a un futuro in cui il governo rifletterà davvero la volontà del popolo cubano.

Yoani Sánchez: 3.
Il governo degli Stati Uniti ha rinunciato all’uso della forza militare, come metodo di risoluzione del confronto?
Obama:
Gli Stati Uniti non hanno nessuna intenzione di utilizzare la forza militare a Cuba. Quello che gli Stati Uniti sostengono a Cuba è un maggior rispetto dei diritti umani e delle libertà politiche ed economiche, oltre alla speranza che il governo risponda alle aspirazioni del suo popolo di sfruttare la democrazia e di poter determinare il futuro di Cuba liberamente. Soltanto i cubani potranno promuovere un cambiamento positivo a Cuba, e speriamo che presto possano esercitare senza limiti queste facoltà.

Yoani Sánchez: 4.
Raúl Castro ha detto pubblicamente di essere disponibile a dialogare su tutti i temi, con il solo requisito del rispetto reciproco e l’uguaglianza delle condizioni. Le sembrano eccessive queste esigenze? Quali sarebbero le condizioni che imporrebbe il suo governo per cominciare un dialogo?
Obama:
Da tempo dico che è ora di applicare una diplomazia diretta e senza condizioni, sia con gli amici che con i nemici. Tuttavia, parlare per il gusto di parlare non mi interessa. Nel caso di Cuba l’uso della diplomazia dovrebbe dare luogo a maggiori opportunità per promuovere i nostri interessi e le libertà del popolo cubano. Abbiamo già iniziato un dialogo, partendo da certi interessi comuni – emigrazione sicura, ordinata e legale e la restaurazione del servizio postale diretto. Si tratta di piccoli passi, ma sono parte importante di un processo per avviare le relazioni tra Stati Uniti e Cuba verso una nuova e più positiva direzione. Nonostante questi passi, per arrivare a un rapporto più normale, siamo ancora in attesa che il governo cubano si attivi in tal senso.

Yoani Sánchez: 5.
Quale partecipazione potrebbero avere i cubani dell’esilio, i gruppi di opposizione interna e l’emergente società civile cubana in questo ipotetico dialogo?
Obama:
Prima di prendere qualunque decisione relativa alla politica pubblica, è imprescindibile ascoltare il maggior numero possibile di voci. È proprio quello che stiamo facendo in relazione a Cuba. Il governo degli Stati Uniti parla regolarmente con gruppi e singole persone dentro e fuori Cuba, che seguono con interesse l’andamento delle nostre relazioni. Molti non sono d’accordo con il governo cubano, molti non sono d’accordo con il governo statunitense e molti altri non si trovano d’accordo tra loro. Su una cosa dobbiamo essere tutti d’accordo: ascoltare le inquietudini e gli interessi dei cubani che vivono sull’isola. Per questo motivo tutto quello che state facendo per far sentire le vostre voci è molto importante - non solo per promuovere la libertà di espressione, ma anche perchè la gente fuori di Cuba possa comprendere meglio la vita, le vicissitudini e le aspirazioni dei cubani che vivono sull’isola.

Yoani Sánchez: 6.
Lei è un uomo che propone lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione e informazione. Malgrado ciò noi cubani continuiamo ad avere molte limitazioni per accedere a Internet. Quanta responsabilità ha l’embargo americano verso Cuba e quanta il governo cubano?
Obama:
La mia amministrazione ha fatto passi importanti per promuovere la corrente di libera informazione proveniente dal popolo cubano e diretta ai cubani, particolarmente mediante le nuove tecnologie. Abbiamo reso possibile espandere le reti di telecomunicazione per accelerare lo scambio tra la gente di Cuba e il mondo esterno. Tutto questo aumenterà i mezzi di comunicazione con cui i cubani potranno comunicare tra loro e con persone fuori di Cuba, avvalendosi, per esempio, di maggiori opportunità grazie alle trasmissioni via satellite e con fibra ottica. Questo non accadrà da un giorno all’altro, né potrà dare risultati effettivi senza un’azione positiva del governo cubano. Ho sentito che il governo cubano ha annunciato programmi per offrire maggiore accesso a Internet negli uffici postali. Seguo questi segnali di cambiamento con interesse e chiedo al governo cubano che consenta l’accesso all’informazione e a Internet senza restrizioni. Vorremmo sapere i programmi del governo sul sostegno a un flusso libero di informazioni da e verso Cuba.

Yoani Sánchez: 7.
Sarebbe disposto a visitare il nostro paese?
Obama:
Non scarterei nessun tipo di azione che favorisse gli interessi degli Stati Uniti e che promuovesse la libertà del popolo cubano. Al tempo stesso, le armi della diplomazia devono essere usate solo dopo minuziosi preparativi e come parte di una strategia chiara. Pregusto il giorno in cui potrò visitare una Cuba nella quale tutto il popolo potrà godere degli stessi diritti e opportunità di cui gode il resto della popolazione mondiale.

(La traduzione in spagnolo è stata preparata dall’ufficio del Presidente Obama. Il documento originale in inglese si può leggere qui: http://www.desdecuba.com/generaciony/wp-content/uploads/2009/11/president-obamas-responsesto-yoani-sanchezsq-uestions.pdf).

Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

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