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Un reportage di Nick Miroff, corrispondente del Global Post all'Havana, ha la risposta: lo scorso anno Cuba ha prodotto $800 milioni per la vendita di petrolio all'estero, principalmente alla Cina, diventando così la seconda fonte di valuta forte dopo il nikel per il governo dell'isola, secondo informazioni del Ministero degli Esteri.
Le domande che nascono come conseguenza di questa operazione sono le seguenti: Dove vanno gli introiti di questa operazione? Per caso le autorità sentono un piacere incontenibile nel governare a base di black-out?
fonte Generacion Asere
3 commenti:
con la crisi mondiale è evidente che le esportazioni di materie prime sono diminuite.Perciò se si vuole avere valuta pregiata per far fronte alle importazioni, che si sono ridotte del 36%, per forza bisogna risparmiare petrolio e venderlo.Cosa che il governo cubano sta facendo.Perciò ritengo normale ridurre le spese di elettricità nel pubblico. E'importante criticare ogni governo, è bene farlo però su dati di fatto, non sul nulla.
l'anonimo di sopra sono io
nino parli bene, ma hai un volto?
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