30 novembre 2009

Vivere a Cuba, Yoani: la luce in fondo al tunnel

Mi fa piacere che per screditare il mio lavoro un giornalista come Enrique Ubieta Gómez abbia citato sul Granma due grandi scrittori cubani come Guillermo Cabrera Infante e Zoé Valdés, autori che mi hanno sempre emozionato più dei discorsi di uno stanco leader. Di questo passo forse il giornale unico nazionale, il dispensatore di verità per eccellenza, ricorderà al popolo che sono esistiti anche Reinaldo Arenas, Heberto Padilla e che un poeta come Virgilio Piñera è stato perseguitato a causa della sua omosessualità.

Se le violente diffamazioni che mi vengono riversate addosso possono servire a far conoscere ai miei connazionali quella letteratura cubana che il regime ha sempre nascosto, mi presto al gioco. La violenza verbale e l’opportunismo non fanno parte del mio stile, ma vorrei ricordare a Enrique Ubieta Gómez che nessuno può mettere un marchio di proprietà su Yoani Sánchez. Sono una blogger che non ha mai camminato a quattro zampe e - a differenza di lui - non ho padroni da omaggiare. In futuro gli esempi di giornalismo asservito alla volontà del potere saranno studiati per evitare di imitare comportamenti che squalificano una professione così stimolante.

Sono ancora in attesa di conoscere le risposte di Raúl Castro alle mie domande, ma nel frattempo i suoi uomini arrestano chi chiede giustizia e libertà. Juan Juan Almeida è nel carcere di Villa Marista, colpevole soltanto di aver ripudiato la rivoluzione del padre. E se la luce in fondo al tunnel fosse soltanto una locomotiva che sta per travolgerci… se si trattasse solo di un miraggio? Vedo costruire intorno a me il solito meccanismo che ha già inghiottito molti, spero che mi resti il tempo per lanciare un SOS su Twitter prima di essere divorata.

di Yoani Sanchez Traduzione di Gordiano Lupi (www.infol.it/lupi)

1 commento:

mirco ha detto...

Ecco chi è la vostra yoani:

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2009/12/yoani-sanchezper-gli-intossicati.html

mi pare chiaro come il sole.