26 gennaio 2009

Riflessioni su Cuba: arrivano i "barbudos"

da Erase una vez un cubano
Dopo aver sconfitto le forze del regime di Batista, Fidel entra all'Havana, l'8 Gennaio.
Una delle prime riforme del governo rivoluzionario fu la legge di riforma agraria. Dopo venne la nazionalizzazione, la legge di riforma urbana. Avevamo alle spalle mezzo secolo di governi (tra i quali non mancavano alcune dittature) e finalmente si completava la rivoluzione, che alcune volte era rimasta incompiuta.

Questo è uno dei pochi ricordi di questa tappa della mia vita che conservo, oltre alle "fiestas de nochebuena", il natale e i regali del 6 gennaio giorno dei re magi, che uno aspettava tutto l'anno.

Mi ricordo anche che un giorno cadeva un temporale, io insieme ad altri 3 o più bambini, mi sono tolto i vestiti e giocavamo sotto la piogga nel nostro quartiere, quando mia zia Alicia, sorella di mia mamma, non sapendo come farci smettere di giocare sotto la poggia ci minacciava gridando:
"Entrate a casa e non bagnatevi più, perchè stanno arrivando i "barbudos" della Sierra."

Era l'inizio del 1959 e io iniziavo a guardare la tv e per la strada molti "barbudos" e "peludos", gente sporca e vestita di verde oliva. Gente che non si era mai vista nel mio quartiere di Santos Suarez dove vivevo.
A questa età io pensavo soltanto a "Zorro", "Robin Hood" o "Tarzan" o qualsiasi altro super eroe della mia fanciullezza.

Era la prima volta che sentivo parlare di "barbudos".
Non avevo idea che i "barbudos" mi avrebbero rovinato la vita come a molti altri.
Comunque sia, i "barbudos" iniziarono ad essere antipatici e venivamo paragonati a "el coco".

A 7 anni ero fanatico delle avventure, mi incantava leggere, cose ereditate da mio padre.
Ero maniaco dei libri di Emilio Salgrari, Giulio Verne, Paul Feval, Raffaello Sabatini e Alessandro Dumas.
Per me non esisteva un alro mondo che non fosse l'avventura, e fedele al mio modo di pensare, credevo che tutto quello che stava accadendo intorno a me fosse... una avventura.

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