In questi giorni sto lavorando ad un progetto per la realizzazione di un documentario, "el comandante en Jefe", basato su una intervista esclusiva (mai vista di TV) realizzata nel 2002 a Fidel Castro, all'indomani dell'attentato alle torri gemelle di New York del 11/09/01.
L’intervista affronta vari argomenti e approfondite riflessioni di Fidel: il terrorismo moderno; gli attentati alla sua persona e la tentata invasione della Baia dei Porci, la “guerra fredda” tra Cuba e Stati Uniti; la base Usa di Guantanamo; le guerre nell’est Europa e in Medio Oriente, Iraq e Afghanistan; la crisi dell’economia occidentale, le multinazionali, le speculazioni azionarie; la rivoluzione e il capitalismo.
Il primo pensiero quando mi hanno proposto questo progetto, è stato: DA CHE PUNTO DI VISTA LO AFFRONTO?
Un'istinto forte mi suggerisce di essere decisamente critico, utilizzare ciò che Fidell afferma, per mostrare le contraddizioni (a volte troppo evidenti) con il suo pensiero e la realtà dell'isola. Vorrebbe dire prendere una posizione precisa, CONTRO, ma più rifletto sul tema cubano (alcuni sanno quanto ne sono legato) e più credo che le posizioni dure, intransigenti, non servono a molto, a parte creare a volte un'echo importante, ma relativo.
Sono sempre più orientato verso una visione più oggettiva. Non voglio dire cosa ne penso io , ma voglio stimolare con domande, voglio illustrare una storia, quella della rivoluzione, partita con ideali assolutamente equi e libertari, ma trasformatasi negli anni in un regime come tanti altri, dove la popolazione soffre sempre le scelte del leader del momento.
Nel caso di Cuba, unico al mondo, il leader è Fidel Castro e oggi suo fratello Raul, che da 50 anni guidano un regime totalitarista che reprime, a volte molto crudelmente, ogni forma di dissidenza.
Quindi il mio punto di vista sarà raccontare degli eventi, vedere e ascoltare le riflessioni di Fidel, ovviamente, ma mostrare anche quelle contraddizioni che platealmente oggi si riflettono sulla realtà cubana.
Saranno intervistati cittadini comuni, nuovi personaggi della politica cubana, e (se fosse possibile) voci della dissidenza sia tradizionale, i dissidenti politici, che quella del giornalismo indipendente, della blogosfera cubana.
La lavorazione è iniziata, tra poco inizieremo la produzione. Sarà un lavoro, se andrà in porto, molto interessante, profondo, che occuperà molto del mio tempo, e che potrebbe darmi la possibilità di iniziare quello che oggi sento mio più che mai, realizzare documentari, dedicare la mia vita a raccontare, e cercare di stimolare cambiamenti, là dove la vita è ancora TROPPO INGIUSTA.
L’intervista affronta vari argomenti e approfondite riflessioni di Fidel: il terrorismo moderno; gli attentati alla sua persona e la tentata invasione della Baia dei Porci, la “guerra fredda” tra Cuba e Stati Uniti; la base Usa di Guantanamo; le guerre nell’est Europa e in Medio Oriente, Iraq e Afghanistan; la crisi dell’economia occidentale, le multinazionali, le speculazioni azionarie; la rivoluzione e il capitalismo.
Il primo pensiero quando mi hanno proposto questo progetto, è stato: DA CHE PUNTO DI VISTA LO AFFRONTO?
Un'istinto forte mi suggerisce di essere decisamente critico, utilizzare ciò che Fidell afferma, per mostrare le contraddizioni (a volte troppo evidenti) con il suo pensiero e la realtà dell'isola. Vorrebbe dire prendere una posizione precisa, CONTRO, ma più rifletto sul tema cubano (alcuni sanno quanto ne sono legato) e più credo che le posizioni dure, intransigenti, non servono a molto, a parte creare a volte un'echo importante, ma relativo.
Sono sempre più orientato verso una visione più oggettiva. Non voglio dire cosa ne penso io , ma voglio stimolare con domande, voglio illustrare una storia, quella della rivoluzione, partita con ideali assolutamente equi e libertari, ma trasformatasi negli anni in un regime come tanti altri, dove la popolazione soffre sempre le scelte del leader del momento.
Nel caso di Cuba, unico al mondo, il leader è Fidel Castro e oggi suo fratello Raul, che da 50 anni guidano un regime totalitarista che reprime, a volte molto crudelmente, ogni forma di dissidenza.
Quindi il mio punto di vista sarà raccontare degli eventi, vedere e ascoltare le riflessioni di Fidel, ovviamente, ma mostrare anche quelle contraddizioni che platealmente oggi si riflettono sulla realtà cubana.
Saranno intervistati cittadini comuni, nuovi personaggi della politica cubana, e (se fosse possibile) voci della dissidenza sia tradizionale, i dissidenti politici, che quella del giornalismo indipendente, della blogosfera cubana.
La lavorazione è iniziata, tra poco inizieremo la produzione. Sarà un lavoro, se andrà in porto, molto interessante, profondo, che occuperà molto del mio tempo, e che potrebbe darmi la possibilità di iniziare quello che oggi sento mio più che mai, realizzare documentari, dedicare la mia vita a raccontare, e cercare di stimolare cambiamenti, là dove la vita è ancora TROPPO INGIUSTA.
2 commenti:
Ammirevole...! Ti auguro di cuore che questo proggetto vada in porto e sarò sicuramente tra i primi fan!!! Tienici informati. saluti BRANDO
Grazie Brando lo spero anch'io, sarebbe eccitante e molto gratificante. Ciao, Rob
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