28 dicembre 2008

Vivere a Cuba: mi dichiaro incapace

di Ivis da Memorias de una cubanita

Descrivere il turbinio di sensazioni che Cuba e la sua gente mi risveglia in questo viaggio mi ha fatto aprire gli occhi, però a volte mi fa così male che li richiudo, e dirigo la vista più dentro di me, perché è meglio vivere un’illusione che affrontare la realtà di questa terra desolata, di questo sradicamento galoppante: non mi sento più parte di questo paese e del suo destino.

Sono bastati 8 anni per rompere il legame e rendermi indifferente, o perlomeno restare in sospeso, uccidere il dolore con una sola frase: No.

Mi rifiuto di bere il veleno che mi offrono con sorrisi amabili.
Non voglio cercare di capire o di voler cambiare una realtà stupida e sbagliata.
Non sopporto vedere come si corrode tutto sotto la sottile patina dorata.

Il peggiore: la giustificazione della gente, la visione ristretta, comprensibile visto che non conoscono un altro punto di vista, constatare che esseri umani possono adattarsi a vivere, con mille lavori, senza pensare che la vita può essere anche un’altra cosa, che esiste un’altra vita oltre alla “tele novella” e al pane della bottega, una vita senza allevatori, senza inganno, dura e a volte ingiusta, però più reale.

Il migliore: la gentilezza della mia gente, l’ammirazione che provo di fronte all’eroica quotidianità di qualunque donna cubana, di più, molto di più degli uomini, ammiro le donne di questo paese, instancabili, amorevoli, però ancora discriminate in questa società macista.

3 commenti:

Aguaya ha detto...

Un abrazo, Rob, y mis mejores deseos para el 2009!!!

Roberto Ferranti ha detto...

un beso a ti agua, con mucho carino y simpatia, un abrazo a ti y a tu familia, un grande 2009 esta llegando!

GaviotaZalas ha detto...

Molto belle queste riflessione di Ivis, penso capita a tanti di perdere la voglia di lottare per chi rimane barricato dietro un telo che hanno paura togliersi.
saluti da vicenza