A noi bloggers alternativi piace andare controcorrente, non amiamo nascondigli e simulazioni: per questo pubblichiamo i nostri documenti di identità insieme ai testi che scriviamo. Tra tanti travestimenti autoimposti, mostrare il documento mi fa venire a mente l’esibizionista che apre il cappotto, anche se tutti sanno bene quello che nasconde.
La mia impronta digitale, i miei due cognomi e persino il nome dei miei genitori compaiono nella cartolina bluette (http://desdecuba.com/generaciony/?page_id=184) che garantisce la mia esistenza. Per evitare che i poliziotti si logorino dicendomi: “si identifichi cittadina”, anticipo i dati essenziali della mia vita. Lo ha fatto anche Claudia nel suo eclettico blog Octavo Cerco (http://www.octavocerco.blogspot.com/), Lía nei suoi sforzi di Habanemia (http://www.habanemia.blogspot.com/) e alcuni altri che rivelano i loro dati per esorcizzare la paura.
Chissà se riusciremo a contagiare i trolls che, protetti dall’anonimato, tentano di mandare in tilt i nostri siti riempiendoli di insulti. È poco probabile, tuttavia, che la febbre di identificarsi arrivi fino a coloro che hanno l’abitudine di non mostrare il volto (http://desdecuba.com/generaciony/?p=6). A codesti “anonimi ragazzi” voglio mostrare che quando apro il cappotto non sono niente altro che il numero 75090424130, un documento avvolto nella plastica e un pollice macchiato di inchiostro che si attacca alla carta.
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