Le notizie più importanti che compaiono sulla stampa cubana non escono con un titolo che rivela il loro contenuto. Sotto la denominazione di “Informazione per la popolazione”, http://www.granma.cubaweb.cu/2008/09/29/nacional/artic08.html, “Nota del Ministero del’Interno” o “Dichiarazione del Consiglio di Stato”, veniamo messi al corrente dei fatti più importanti. Questo lunedì è stato il Granma che - a caratteri cubitali - ha annunciato una “Informazione al nostro popolo”. Rapidamente i vecchietti hanno comprato tutti i periodici disponibili nelle edicole e hanno aumentato, a due pesos, il prezzo di rivendita di un esemplare dell’organo ufficiale del Partito Comunista di Cuba.
“Il Granma è autorizzato a informare” confermava il giornale, come ai suoi tempi facevano le pagine del periodico sovietico Pravda. La frase mi ha fatto pensare a quante notizie il nostro quotidiano più diffuso è stato obbligato a non rivelare, e con quale disciplina ha adempiuto alla consegna di fare silenzio. Mi sono scrollata di dosso le reminescenze staliniste della prima pagina e sono passata alla lettura. Dopo un paio di paragrafi era già chiaro che non solo il progetto ricordava il lato peggiore della stampa russa prima della Glasnost, ma anche il tono e le minacce. Con l’avviso che “qualunque intenzione di violare la legge o le norme di convivenza sociale riceverà una rapida ed energica risposta”, l’editoriale avverte gli speculatori, accaparratori e venditori del mercato informale in merito al castigo che li attende.
Mi ha lasciato una particolare confusione un piccolo paragrafo che - nel bel mezzo di tale pravdiana composizione - segnalava: “Si agirà così invariabilmente di fronte a tali atti e contro tutte le manifestazioni di privilegio, corruzione e furto…”. Come potrà essere sufficiente la Procura Generale della Repubblica di fronte a tanti privilegi, concessi per la fedeltà ideologica, che abbondano su questa Isola? Saranno compresi tra gli eccessi punibili anche la casetta sulla spiaggia dove il tenente colonnello passa le vacanze con la famiglia, la cassettina con pollo e detersivo che concedono al censore perché selezioni le pagine web, l’accesso ai prezzi agevolati che ottengono i delatori e gli “spezza ossa” della Sicurezza di Stato? Sono proprio questi i privilegi che vedo intorno a me, ma non credo che il Granma si sia lanciato in una crociata contro di loro. Sarebbe solo un atto di auto cannibalismo.
“Minaccia verso il nostro popolo” dovrebbe intitolarsi questo testo, perché tutti siamo compresi nelle dure parole che sembrano destinate soltanto ai delinquenti. Lo interpreto così, perché chi è in questo paese che non oltrepassa la linea dell’illegalità per comprare qualcosa? Quale cittadino non dipende dal mercato nero? Quante famiglie vivono grazie alla deviazione di risorse a causa della povertà dei salari? Quali sono i meccanismi di distribuzione non viziati da corruzione? - tanto inaccettabile, ma tollerata dallo stesso Stato, perché è una delle valvole di scarico per impedire l’esplosione sociale - . Il fantasma della Pravda non è il solo che ho percepito durante la lettura di questo testo, ma anche quello della radicalizzazione, la mano dura e lo Stato di emergenza. Quella situazione di battaglia costante contro qualcuno, nella quale sembrano trovarsi così bene i nostri governanti.
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