28 settembre 2008

Vivere a Cuba: la quotidianità del cubano medio dopo gli uragani

da Penultimos Dias
Questa è una lettera dall’Havana sull’attuale situazione per il cubano medio che vive del proprio salario in pesos cubani:

“C’è da spaventarsi, qui all’Havana, la capitale del paese, se trovi delle arance piccoline sono verdi, quelle che il vento a fatto cadere dalle piante, platani ancora immaturi e solo buccia, cipolline grandi come la punta di un dito, inutili per cucinare… niente malanga, né yuca, poco boniatos e tutto pizzicato, niente frutta né vegetali, né pomodori, niente di niente.
Ieri sono stato in varie piazzette dove normalmente si comprano i prodotti della campagna e alcun chioschi erano chiusi ed altri con i prodotti che ti ho menzionato.

Poi appare in televisione l’attuale presidente dei Piccoli Agricoltori, un certo Lugo Fonte, dicendo che non c’è problema, che è vero che i platani sono stati abbattuti dal vento, però malanga e boniatos ce ne sono in abbondanza, … e che i piccoli agricoltori…questo e quell’altro…e ricorda ancora un avolta l’alleanza operaio-contadina…e il socialismo…etcera, […]

Fatto stà che i fagioli neri costano 35 pesos/libbra,una cipolla, quando si trova, e piccola a 20 pesos, etc…
Pensa che io guadagno 242 pesos di pensione al mese e devo pagare 57 pesos per il frigorifero cinese, che si scongela ogni 3 o 4 giorni e bisogna correre per asciugare l’acqua accumulata dentro il frigo se non vuoi che si allaghi la cucina, quindi mi restano 185 pesos, se dovessi comprare un libbra di fagioli neri e, una sola cipolla, spenderei in questi due soli prodotti agricoli ne più né meno del 29,72% della mia pensione mensile, che te ne pare?
Questa è Cuba […]

Alla fine sembra essere tornati agli anni 60, 70, quando l’unico modo per trovare una malanga, del pollo, era quello di andare direttamente dai contadini, perché non si muovevano per non spendere per il trasporto in città. […]

Che ne è stato delle riserve statali tanto pubblicizzate dai media, disponibili in caso di disastro? Della tanto preoccupata riflessione dello “Stato Socialista” per l’alimentazione del popolo? Perché da quando negli anni 60 ci dicevano “se dobbiamo mangiare solo malanga, mangeremo solo malanga prima di piegarci al capitalismo”, oggi, senza esserci piegati al capitalismo -disgraziatamente- non abbiamo nemmeno la malanga da mangiare.

L’unico bilancio favorevole, che queste esperienze ci lasciano, è la conferma che i fanfaroni politici non hanno mai dato da mangiare a nessun altro che non sia un’altro politico arroccato al potere."

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