Juan Carlos Herrera Acosta, giornalista della "Agencia de Prensa Libre Oriental" (APLO PRESS) ha detto alla sua famiglia, in una telefonata del 2 settembre, che ha ripreso lo sciopero della fame il 31 agosto per protestare contro le condizioni alle quali è costretto nella prigione di Holguin: le sue visite famigliari sono state ridotte a 30 minuti di visita ogni tre mesi, la sua corrispondenza viene confiscata, non può uscire dalla sua cella, e non gli sono concesse le basilari cure mediche.
Juan Carlos chiede di essere trasferito in una prigione a sud est di Guantanamo, sua città natale.
Herrera sta scontando una condanna a 20 anni di reclusione, solo per essere un giornalista indipendente, dissidente di coscienza, e la sua salute è peggiorata molto dal momento del suo arresto nel marzo 2003 durante la "primavera nera" (quando furono arrestati 75 dissidenti di pensiero, di coscienza, di opinione, senza aver commesso alcun reato.) Si era cucito la bocca "nel senso letterale del termine", il 21 luglio durante il suo primo sciopero della fame. (Le guardie lo costinsero ad interrompere lo sciopero della fame, alimentandolo a forza.)
Herrera denuncia che i suoi maltrattamenti sono comuni tra i prigionieri nel gulag. Ma è importante notare - come importante resta ancora da definire - perchè altri prigionieri politici, tra cui alcuni degli arrestati durante la "primavera nera", sono stati recentemente trasferiti a carceri più vicine alle loro case ed alle loro famiglie.
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