Il giornalista e prigioniero di coscienza del gruppo dei 75, Juan Carlos Herrera Acosta, ha ripreso il suo atteggiamento di protesta per la recrudescenza degli atti di rappresaglia da parte della Sicurezza di Stato e dei militari nel carcere della provincia di Holguin.
Herrera ha detto per telefono il 2 settembre, che dal 31 agosto ha cominciato a rifiutare il cibo della prigione, come primo passo alla recrudescenza della riduzione delle visite famigliari, limitate a soli 30 minuti ogni 3 mesi, il mantenimento dell’esilio, il confino nella piccola e calda cella e la privazione di corrispondenza e di assistenza religiosa.
Herrera Acosta ha affermato che adotterà immediatamente nuove e più drastiche misure per reclamare i sui diritti e di poter vivere con decoro.
Egli ha anche detto che non piegherà le ginocchia davanti al tiranno.
Herrera Acosta afferma che le guardie le intimarono che le sue proteste sono indisciplinate, quindi, le imporranno nuove sanzioni.
Finalmente il prigioniero ha chiesto comprensione e sostegno ai suoi fratelli dentro e fuori Cuba, così come alla stampa internazionale.
Juan Carlos Herrera Acosta è stato condannato nel marzo 2003 a 20 anni di prigione, si trova in uno stato di salute precario, soffre di cardiopatia ischemica con il blocco della parte destra del cuore, alta pressione sanguigna, artrite cervicale, sacrolumbalgia, prolasso pilórico duodenale , disturbi gastrici, asma bronchiale, allergie, problemi al fegato ed ai reni, retinopatia ipertensiva di secondo grado, deficienza immunitaria, seguiti da dengue emorragica che lo ha colpito due volte, malnutrizione, vitiligine, e altri mali.
E’ residente nella calle 3 est # 1105, tra Pintó e Varona, nella città di Guantánamo, a Cuba.
Herrera ha detto per telefono il 2 settembre, che dal 31 agosto ha cominciato a rifiutare il cibo della prigione, come primo passo alla recrudescenza della riduzione delle visite famigliari, limitate a soli 30 minuti ogni 3 mesi, il mantenimento dell’esilio, il confino nella piccola e calda cella e la privazione di corrispondenza e di assistenza religiosa.
Herrera Acosta ha affermato che adotterà immediatamente nuove e più drastiche misure per reclamare i sui diritti e di poter vivere con decoro.
Egli ha anche detto che non piegherà le ginocchia davanti al tiranno.
Herrera Acosta afferma che le guardie le intimarono che le sue proteste sono indisciplinate, quindi, le imporranno nuove sanzioni.
Finalmente il prigioniero ha chiesto comprensione e sostegno ai suoi fratelli dentro e fuori Cuba, così come alla stampa internazionale.
Juan Carlos Herrera Acosta è stato condannato nel marzo 2003 a 20 anni di prigione, si trova in uno stato di salute precario, soffre di cardiopatia ischemica con il blocco della parte destra del cuore, alta pressione sanguigna, artrite cervicale, sacrolumbalgia, prolasso pilórico duodenale , disturbi gastrici, asma bronchiale, allergie, problemi al fegato ed ai reni, retinopatia ipertensiva di secondo grado, deficienza immunitaria, seguiti da dengue emorragica che lo ha colpito due volte, malnutrizione, vitiligine, e altri mali.
E’ residente nella calle 3 est # 1105, tra Pintó e Varona, nella città di Guantánamo, a Cuba.
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