02 agosto 2008

Riflessioni su Cuba: il senso della vita e della morte

Da un libro di Charles Bukowski, "Il capitano è fuori a pranzo", un pensiero che bene riassume l'apatia, la vuotezza, la superficialità e l'ignoranza in cui molta gente, forse la maggioranza, vive la proria vita, a Cuba come in Italia e in qualunque angolo del Mondo... Il cambiamento deve essere globale, un cambiamento di coscienza, di obiettivi sociali, valori umani. Il cambiamento deve essere da "denaro e potere" come riferimento sociale, a "valore umano e rispetto", dove una persona non vale per quello che HA, ma per quello che E'.

“Nella morte non c’è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po’ dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C’è rimasto ben poco che possa morire.”

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