12 agosto 2008

Dissidenti a Cuba: meno prigionieri, stesse critiche

di Fernando Ravsberg da BBCMundo.com

La dissidente “Commissione per i diritti umani e la riconciliazione nazionale” ha rilasciato la sua relazione biennale sulla situazione a Cuba, che descrive come "molto sfavorevole" anche se è stato ridotto il numero di prigionieri politici.

Secondo il documento all'inizio del 2008 vi erano 234 detenuti nelle carceri per motivi politici e il 20 luglio di quest'anno il numero è sceso a 219. La Commissione afferma che "la differenza tra le due cifre è minimo."

Tuttavia, la fonte sostiene che asarebbe aumentato il numero di "arresti arbitrari" di breve durata, è salito a 640 finora questo anno, un numero elevato se confrontato con i 325 effettuati nel corso del 2007.

Questi dissidenti sono stati arrestati e detenuti per alcune ore o un giorno e poi rilasciati. Nella maggior parte dei casi questo avviene con l'obiettivo di impedire che i dissidenti svolgano attività d‘opposizione, siano esse pubbliche o private.

Pena di morte

D'altra parte, è descritto come "decisione positiva" del governo cubano, la commutazione delle condanne a morte per la maggior parte dei condannati, anche se is critica il fatto che le autorità non hanno dato il numero esatto dei beneficiari di questa misura.
Secondo la Commissione per i diritti umani, sarebbero tra 20 e 30 le persone che ne hanno beneficiato, metà delle quali devono scontare l’ergastolo. Solo 3 detenuti stranieri per terrorismo, sono ancora in attesa della pena capitale.

In ogni caso la carta, critica come "molto conservatore" il modo in cui il governo gestisce la questione, mantenendo in pieno vigore nel codice penale la pena di morte, "ispirato alla fine al codice sovietico".

Tra le prime misure del governo di Raúl Castro c’è stata la commutazione delle condanne a morte, da 5 anni non ne è stata eseguita nessuna, gli ultimi ad essere giustiziati sono stati i 3 sequestratori di una barca che avevano preso in ostaggio i passeggeri.

Gli altri diritti

In merito ai diritti economici, sociali e culturali, l’organizzazione dissidente riconosce "una politica positiva nel garantire l'istruzione di base e di assistenza sanitaria per tutti i cittadini."

Nel settore culturale, "la creazione artistica e letteraria e, per estensione, in altre sfere della vita nazionale, uno slogan che ha prevalso determina le varie politiche di governo: "Dentro la Rivoluzione tutto, contro la Rivoluzione nulla ".

Secondo gli oppositori, il livello economico si mantiene "come un monopolio di stato in quasi tutti i settori e tutti i rami dell'economia, fatta eccezione per alcuni isolotti della proprietà privata", composto da contadini e lavoratori particolari.

Hanno inoltre criticato la lentezza con la quale la riforma agraria, indicando una "reticenza" con la quale il governo si concentra sui cambiamenti che può portare il paese fuori "l'attuale situazione di povertà interna ed indebitamento estero".

Per il futuro, la Commissione per i diritti umani prevede "un aumento della repressione politica di bassa intensità", nel breve termine non si prevede un miglioramento della situazione dei diritti civili, politici e del potere economico nel paese.

Nessun commento: