11 agosto 2008

La politica di Cuba: Cina e Cuba, tempo di eresie

da El Pais.com

I legami tra la Cina e Cuba sono cresciuti in maniera significativa negli ultimi anni. La Cina è già oggi, dopo il Venezuela, il secondo maggiore partner commerciale dei Caraibi insulari e gli scambi commerciali bilaterali sta aumentando ad un ritmo superiore del 15% ogni anno.
Ma quanto c’è di ideologico in questi scambi? Questa evoluzione riflette una ipotetica scommessa cubana nei modelli cinesi di sviluppo? Anche se solo l’1% della popolazione cubana è di discendenza cinese, questo è bastato per una presenza culturale ed economica sull’isola.

E 'noto che il pragmatismo è un elemento chiave del processo dei cinesi, non solo a livello nazionale ma anche nel condurre la sua politica estera e, più in sostanza, nella sua diplomazia economica. Il che significa, che, in linea di principio, l'ideologia, a differenza di Cuba, ha preso una posizione secondaria quando si tratta di allacciare nuove relazioni internazionali.

Oggi, entrambi i paesi riconoscono la pluralità delle esperienze che si sviluppano internamente, rispettano la reciproca autonomia, ivi compresa la necessità di distanziarsi dal modello di socialismo reale e insistere sullo sviluppo di modelli propri. In sostanza, anche se un pò 'asimmetrico', in questo momento, si è passati dall'ortodossia all’eresia.

In campo economico è dove si può meglio apprezzare il tono delle relazioni bilaterali tra i due paesi. Il commercio è passato da 533,3 milioni di dollari (335,6 milioni di euro) del 2000 a 2.562 milioni (1.612,5 milioni di euro) del 2007.

Nonostante la relativa forza di questi dati, è bene ricordare la loro modesta rilevanza in tutta l'America latina, sia in termini assoluti che in percentuali (gli scambi commerciali della Cina con il Brasile, ad esempio, è cresciuto del 46,4% nel 2007).
Né ignorare che questa cifra rappresenta la metà del commercio sostenuta con Panama nel corso dello stesso anno, un paese con cui la Cina non ha relazioni diplomatiche.

Questo è un limite pragmatico che evidenzia il confine tra la Cina e la politica del regime cubano. In attesa che gli annunciati "aggiustamenti", possano aprire prospettive per un nuovo approccio alla cooperazione bilaterale, magari giocando in zone economiche speciali, che in Cina sono servite per attirare gli investimenti stranieri, le nuove tecnologie e l'esperienza manageriale, di cui c’è carenza a Cuba Cuba.

Ma è solo economia o qualcos'altro? La Cina ha erogato a Cuba numerosi aiuti economici ad interessi molto bassi o senza interessi, e molte facilitazioni per la liquidazione del debito, che ha permesso all'Avana di sviluppare programmi globali di rianimazione dell 'economia, come progetti sociali, in particolare nel settore dell'istruzione.

La formazione di joint venture (per un totale di nove ora) suggerisce aree di collaborazione che potrebbero espandersi nei prossimi anni, soprattutto nel settore tecnologico e della salute. Essi hanno inoltre aumentato gli scambi militari.

Anche così, nonostante l’ammirazione per il modello cinese sul fronte economico, a Cuba più di pochi ritengono che la sacralizzazione del mercato e le gravi disuguaglianze sociali, hanno allontanato la Cina dall’ideale di giustizia e di egualitarismo del socialismo stesso, anche se, si ammira la capacità delle autorità comuniste, sia di far ripartire l'economia che di pianificare un graduale cambiamento all'interno del sistema.

In breve, la Cina di oggi non ha l’ambizione di giocare a Cuba lo stesso ruolo dell'Unione Sovietica di ieri, ma il progresso delle relazioni bilaterali e le similitudini politiche e ideologiche riservaai due paesi un ruolo significativo che si basa sul condividere una simile visione del mondo e l'affermazione di uno spazio economico comune.

No è poco, ma sottolinea i limiti, da una parte e dall‘altra, di un interesse nell’attendere ulteriori definizioni per il cambiamento auspicato all'Avana.

Da parte sua, Washington, che almeno per ora la Cina non osa sfidare, dovrebbe accettare questo approccio come un contributo di grande qualità e di valore che può evitare una caotica transizione a Cuba, e non interpretarla come una semplice riedizione della sua perdita di influenza sull'isola, a vantaggio, questa volta, del suo rivale strategico più importante.

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