22 giugno 2008

Vivere a Cuba, Yoani: Capelli sciolti

di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y
traduzione di Gordiano Lupi


Molti avaneri sono sconsolati per le operazioni di polizia che hanno smantellato varie catene di fabbricazione di piatti, cucchiai e fermagli di plastica. In mezzo a un’offensiva contro le indiscipline sociali, la Polizia - dopo aver caricato i palombari - ha chiuso tredici laboratori e dieci magazzini clandestini dove si confezionavano oggetti molto richiesti dal popolo. I fabbricanti illegali non producevano droghe né trafficavano armi, semplicemente si dedicavano a produrre piatti di plastica, mollette per tendere e forcine per capelli. Sembra che perseguire più intensamente i fabbricanti privati faccia parte dei nuovi cambiamenti che tanto si esibiscono all’estero. In un modo o nell’altro, e come protesta di fronte a questa retata, in questi giorni porterò i capelli sciolti. Questo è il solo modo che ho per dire: “Yoani, abituati alla scomparsa degli accessori che ti permettevano di domare la tua chioma”. Immediatamente sono andata a comprare una schiumarola di alluminio e una scopa nuova, che di sicuro scompariranno dopo questa confisca. Gli afflitti compratori delle materie plastiche avrebbero preferito che, al posto di un attacco poliziesco, i produttori alternativi avessero avuto la possibilità di legalizzare il loro lavoro. Se la ONAT li avesse legittimati, adesso pagherebbero le tasse e potrebbero accedere a un mercato all’ingrosso dove comprare la materia prima. In breve tempo nessuno avrebbe voluto pagare i prezzi elevati di prodotti simili nei negozi in divisa e lo Stato non dovrebbe importarli da così lontano. I delatori di sempre non dovrebbero più denunciare chi produce guarnizioni di caffettiere, attaccapanni e tappi per bottiglie. Questo senza parlare dei miei capelli, che brillerebbero con un bel fermaglio di produzione popolare, comprato da un rispettabile produttore privato. Per chi volesse leggere la notizia apparsa sul Granma, qui il link.

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