22 giugno 2008

Cambio a Cuba: la UE toglie le sanzioni al regime di Castro

di Elías Amor, Economista, ULC
da Miscelaneas de Cuba


Purtroppo, l’Unione Europea ha appoggiato la richiesta del Governo Cubano, e ha eliminato le sanzioni contro il regime di Castro. Nelle oscure carceri cubane, dove chi soffre quotidianamente il dolore, gli insulti, i maltrattamenti, dovuti alla sola colpa di rappresentare un’idea alternativa a quella ufficiale, la notizia non sarà stata presa molto bene!

La decisione avrà certamente conseguenze nelle future relazioni diplomatiche tra una Cuba democratica e pluralista con l’UE. Una decisione che appoggia invece chi non vede nessuna ragione per un cambiamento a Cuba.

Non a caso le carceri cubane continuano ad essere piene di prigionieri politici, di coscienza, giornalisti. Dove non si rispettano i diritti umani, e dove non esiste la minima compassione per chi è considerato “nemico”.

Nella lotta della democrazia contro la dittatura, l’appoggio e lo stimolo dei democratici a chi soffre la persecuzione per le sua idee, la repressione ed il carcere, si è convertito in un rinforzo morale delle vittime di fronte ai loro aguzzini.

I cittadini cubani che soffrono di condanne ideologiche ingiuste, quelli che ogni giorno al lavoro o per strada vengono insultati, aggrediti da parte di manipoli di “civili” manipolati dal regime e dalla polizia segreta, quelli che in silenzio cercano di aprire spazio al pluralismo e alla democrazia nell’isola, meritano che l’UE non li abbandoni, che mantenga una pressione sui politici dirigenti del paese al fine di avanzare sino al raggiungimento della democrazia e della libertà, così come già successo in passato con altri regimi simili.

Sicuramente questa decisione dei 27 arriva in un momento difficile per il regime. Isolato da referenze internazionali, con un malessere sociale crescente, e in una crisi strutturale senza precedenti, le possibilità che a Cuba si producesse una rapida transizione erano molte.

Di sicuro Raul non attuerà una Perestroika come fece Gorbaciov in URSS. Nemmeno sembra rivolgersi verso una capitalismo di tipo “cinese”. A cuba le autorità si sono arroccate una volta ancora per guadagnare tempo. E’ la vecchia tattica dell’immobilismo, dell’incompetenza, di chi ha un solo interesse: restare al potere il maggior tempo possibile, senza curarsi delle avvertenze e dei pensieri “degli altri”.

Tra decadi di ostilità continua verso la libertà, i cubani hanno perso il terrore che provavano verso il regime castrista, e aspirano ad una nuova struttura sociale e a migliorare le proprie condizioni di vita. Da qui alla democrazia il passo è breve.

La classe politica che ispirò la mal denominata “rivoluzione” del ‘59, sono praticamente scomparsi ed al loro posto si è stabilito un sistema immobilista carente di strumenti per alimentare la popolazione.

Di sicuro è stato annunciato che l’UE entro una anno potrà rivedere le decisioni prese, se un cambiamento reale non avviene. Perché, l’UE crede davvero che Raul modernizzerà il sistema politico cubano libererà tutti i prigionieri politici? Non lo farà, perché significherebbe la sua scomparsa e quella del modello sociale costruito dal fratello.

Entro un anno le carceri cubane continueranno ad essere piene di prigionieri politici, gli aiuti europei arriveranno direttamente agli organi oppressori della società, e migliaia di cubani continueranno ad essere sottomessi ad accuse e persecuzioni. Si sarà solo perso un anno. Si sarà persa una grande occasione per l’Europa e per Cuba.




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