Carromero all'arrivo in tribunale |
Il console spagnolo a Cuba, Tomas Rodriguez,
ha descritto il processo contro il suo compatriota Angel Carromero come ”pulito, aperto e impeccabile”, assicurando che l’accusato è stato trattato bene e la difesa ha fatto un buon lavoro.
Quando noi giornalisti stranieri abbiamo
sentito questa sintesi, abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché se fossimo
stati noi a rilasciare tale dichiarazione saremmo stati accusati di essere
pro-castristi. Al contrario Rodriguez rappresenta un governo di destra
politicamente in contrasto con l’Havana.
Di
sicuro nell’aula l’accusato era accompagnato dal console del suo paese e da un
avvocato inviato dalla Spagna dai suoi famigliari per affiancare la legale
cubana che, come ha affermato il console, ha affrontato il caso con molta abilità.
In
una sala adiacente eravamo raggruppati noi giornalisti. Non abbiamo potuto
portare computer, registratori, camera o telefoni ma in cambio abbiamo potuto
seguire tutto il processo da un monitor in diretta, mentre i nostri colleghi
grafici cercavano di cogliere le immagini dalla porta del tribunale.
La
pubblica accusa si è impegnata nel dimostrare che l’incidente fu di totale
responsabilità di Carromero dovuto alla sua temerarietà, imprudenza e cattiva
guida. Si è servita di molti periti, incluso un biologo che ha determinato la
solidità dell’albero contro il quale impattò l’auto.
Con
l’evidente fine di commuovere l’aula, un medico forense ha mostrato le foto
dello stato nel quale si trovava Oswaldo Payà dopo l’incidente: il cranio
diviso in 5 parti, quasi decapitato, il cuore spostato e i reni spappolati.
L’avvocato
difensore si è concentrata sul cattivo stato della strada, la posizione dei
segnali stradali e la veridicità dei periti. Nella sala stampa si sentivano
respiri impazienti ogni volta che interrogava i periti su questo punto.
Alla
fine ha mostrato tutte le sue carte quando ha potuto controbattere alcuni
periti, sollevando il dubbio che le cose sarebbero potuto andare diversamente,
puntando il dito sulle cattive segnalazioni stradali come responsabili della
tragedia.
Non
so quale effetto abbia avuto sui giudici, ma a noi giornalisti suscitò dei
dubbi e capimmo che questa era la sua strategia sin dal principio. Mi sono
segnato il suo nome, se un giorno avrò bisogno di un avvocato a Cuba mi
piacerebbe se fosse lei.
Alla
fine ha chiesto l’assoluzione per il assistito, ma fin dall’inizio ha
menzionato la possibilità di un riduzione delle richieste del pubblico ministero
a 7 anni di reclusione, domandando la concessione degli arresti domiciliari
nell’abitazione del console spagnolo all’Havana.
Il
giorno successivo la vedova di Payà ha rilasciato delle dichiarazioni alla
stampa estera nel luogo dell’incidente insinuando la tesi del complotto
per l’assassinio di suo marito.
Abbracciata all’albero ha dichiarato “non so se un giorno si saprà esattamente
la verità delle cose”.
Inizialmente
l’opposizione e la famiglia appoggiarono la teoria che l’automobile fu spinta
fuori strada da un altro veicolo. Ma lo stesso Carromero lo ha smentito
assicurando che nel momento del sinistro vi era solo un trattore distante 200
metri che procedeva in senso contrario.
La
pubblica accusa non ha utilizzato la confessione di Carromero e Modig nella
quale riconoscevano di essere andati a Cuba per devolvere del denaro con lo
scopo di sovvenzionare la dissidenza per la creazione di gruppi giovanili d’opposizione.
di Fernando Ravsberg tratto da Cartas Desde Cuba
di Fernando Ravsberg tratto da Cartas Desde Cuba
1 commento:
il console sta facendo il suo lavoro, protegge un cittadino spagnolo in mano alla polizia di un paese totalitario.
La verità sarà credibile quando Carromero sarà in Spagna.
Non prima.
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