14 ottobre 2012

Economia cubana: il Vietnam è un modello da seguire?

Mariano Murillo Jorge, l’uomo considerato l’artefice delle riforme economiche cubane, in questi giorni è in visita in Vietnam per esplorare il modello economico di questo paese che ha permesso uno sviluppo tangibile della società e del livello di vita della classe media.

Negli ultimi 20 anni il Vietnam ha attratto molti investimenti stranieri che hanno permesso uno sviluppo apprezzabile di industrie tessili o di produzione e preparazione di prodotti ittici per l’esportazione. 
Oggi il grosso non viene più dalle piccole imprese private, tipo ristoranti, negozi o trasporto privato, ma  da grandi industrie che grazie al capitale straniero stanno prosperando. Il PIL aumenta mediamente dell’8-9% l’anno, nonostante la crisi globale.

Dalla fine degli anni 80 il paese transitò da un sistema economico pianificato e controllato dal governo e dal Partito Comunista, ad una economia di libero mercato, nella quale veniva stimolato lo spirito imprenditoriale del singolo cittadino.
Nel 1986, grazie anche all’aiuto della Banca Mondiale e dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale) lo Stato ha potuto diminuire sensibilmente le “quote di produzione” fino a quel momento imposte dal governo ad ogni aspetto dell’economia nazionale.  
Il governo iniziò così ad agevolare investimenti da altri paesi asiatici come Singapore, Taiwan, Hong Kong, Corea del sud e Giappone, scelte che diedero un forte impulso alla grande industria vietnamita.

Bisogna però considerare gli aspetti negativi che tale cambiamento ha portato nella società. 
La differenza tra la ricchezza nelle aree urbane rispetto a quelle rurali è aumentata sensibilmente, causando forti  tensioni sociali. 
La confisca di terreni agricoli per dare spazio ai nuovi insediamenti industriali ha creato migliaia di nuovi poveri. 
La corruzione nelle autorità è una piaga in espansione, che mette in pericolo la sopravvivenza dello stesso Partito Comunista. 
L’inflazione nel 2011 si è avvicinata al 20% e il prezzo degli alimentari è duplicato. 
I nuovi ricchi girano in Ferrari e la classe inizia a sentire il peso dell’incombere del capitalismo futile.

In conclusione le misure che lentamente si stano applicando a Cuba devono sì considerare l’esperienza vietnamita, cercando però di ponderare ed evitare i problemi che ne seguono. Inoltre oggi il governo dell’isola può contare con l’appoggio dei paesi emergenti sudamericani. Di una economia latinoamericana in espansione che potrebbe sopperire agli aiuti del FMI ai quali il Vietnam ha dovuto sottostare inizialmente e che graveranno pesantemente nel futuro sviluppo del paese asiatico. 
Un’unione dei pesi sudamericani e caraibici ancora più forte può essere l'energia decisiva per il decollo di un’economia cubana slegata dall’ingerenza del FMI e della finanza globale anglosassone, evitando così le catastrofi economiche e sociali che stanno affliggendo sia gli USA che la stessa Europa. 

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