25 agosto 2012

Internet e Cuba: due pesi e due misure


La presa di posizione a favore dell’asilo politico per Julian Assange da parte del governo cubano è encomiabile. 
La prepotenza dell’Inghilterra e degli Stati Uniti sono un plateale sopruso verso la libertà d’informazione. 
A questo punto però spetta a Cuba fare il prossimo passo. Non può usare due pesi e due misure.

Sull’isola come è noto solo il 10% dei cittadini hanno accesso a internet, di questi la maggioranza sono impiegati statali di rilievo o svolgono funzioni governative e sono quindi agevolati nel possedere una connessione dalla propria abitazione. 
Chi non possiede la linea telefonica a casa deve rivolgersi agli hotel o ai centri Etecsa dove un'ora di connessione costa  almeno 6 CUC. 
Inoltre la velocità è ridicola, si naviga a bassissima banda.

Ho già trattato l’argomento, il cavo di fibra ottica steso tra il Venezuela e Cuba è “fantasma”, non si sa che fine abbia fatto o per cosa sia utilizzato.
Altri tre cavi di imprese statali stanno per essere installati lungo l’isola. 
Nonostante questo internet non decolla.

Non solo il governo continua ad aver paura dei blogger dissidenti, nonostante siano un numero relativamente basso, ma si comporta con le opposizioni in modo molto duro, censurando le informazioni su ogni tipo di manifestazione contro il governo.

E’ il momento per il governo cubano di essere coerente con le proprie scelte. 
Se si schiera a favore del più famoso blogger rivoluzionario, paladino della libertà d’informazione in rete, non può mantenere una posizione opposta all’interno dell’isola. 
Le stesse garanzie devono essere concesse anche ai blogger che dissentono, pacificamente, all’interno dell’isola. 
Internet deve diventare accessibile per chiunque, le voci pluraliste devono potersi liberare nella rete senza alcuna limitazione economica, tecnologica o politica.

E’ l’occasione buona per dimostrare la volontà di un vero cambio verso la tolleranza di chi vuole opinare, criticare e dissentire. 

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