27 luglio 2012

Cuba e USA: i due sordi che vogliono parlarsi


Il governo USA è disposto a dialogare con Cuba per  “forgiare” una nuova relazione, ma il governo dell’isola deve accettare nuove misure in merito alla libertà d’espressione, alla dissidenza interna e deve liberare Alan Gross.
Raul Castro si è dichiarato disponibile al dialogo ma con “eguaglianza di condizioni”, afferma che “il giorno in cui vorranno la tavola è già apparecchiata, questo gli è stato già comunicato tramite i canali ufficiali.”

I due sordi che vogliono parlarsi.
Gli Usa pretendono la scarcerazione di Alan Gross, accusato di spionaggio e condannato a 15 anni di carcere, mantenendo agli arresti 4 dei 5 cubani accusati a loro volta di spionaggio, il quinto non può uscire dagli USA. 
Permettono che Posada Carriles reo confesso di diversi atti terroristici contro Cuba, come l’attentato all’aero di linea cubano del 1976 dove morirono 73 persone e vari attentati dinamitardi in hotel cubani che causarono diverse vittime, giri liberamente come un eroe nazionale.
Il governo cubano si dichiara disponibile a discutere su possibili aperture verso la dissidenza quando non perde occasione per impedire, a volte usando la violenza, qualsiasi forma di contestazione attiva per le strade dell’isola.

Un dialogo tra i due paesi è ovviamente auspicabile, ma la priorità è interna all’isola. 
Le riforme annunciate, sia economiche che sociali, devono diventare una realtà immediatamente. Il discorso che Raul ha sostenuto oggi a Guantanamo non accenna a nessuna miglioria nella vita dei cittadini, anzi continua con le stesse retoriche di sempre a parlare di sacrifici per la difesa della rivoluzione.
Forse l’unico aspetto positivo di un dialogo tra USA e Cuba potrebbe essere la fine dell’embargo, se non altro per cancellare definitivamente l’eterna giustificazione del governo cubano per il malessere che l’isola sta soffrendo da decenni.  

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