17 marzo 2011

Internet e Cuba: la luna di miele, la guerra virtuale e la vita reale

Senza dubbio a Cuba deve esserci stato un matrimonio al quale non sono stato invitato, per questo non capisco quando si ripete, con insistenza, che il caso di Alan Gross pone fine alla "luna di miele" che vivevano Washington e l'Havana.

Una storia d'amore dove di persueguono le società che vendono attrezzature mediche a Cuba che spendono 20.000.000$ per appoggiare i movimenti di opposizione interna con il fine di destabilizzare il Governo.

Si può pensare che sia una "intromissione nelle questioni interne di un altro paese" o che si tratta di "solidarietà con chi lotta per la democrazia", però classificare queste attività "luna di miele" suona molto lontano dalla realtà.

Incluso i due "gesti" più importanti che gli USA hanno fatto verso Cuba, una maggior flessibilità nei viaggi verso l'isola e il permesso di inviare denaro utilizzando Western Union, che sono posteriori all'arresto di Gross.
E' davvero cusrioso che Washington abbia deciso di cedere su questi temi così delicati, ancor di più se sono "indignati" per l'arresto di Gross. A prima vista sembra contraddittorio.

I nemici di Obama sono implacabili, ma bisogna riconoscere che hanno ragione quando affermano che non è logico ampliare i viaggi e facilitare le rimesse di denaro ad un paese accusato di terrorismo.
La contaddizione tra i discorsi e la pratica sono evidenti, ma non è certo una novitèà tra i politici del mondo intero. Però per il presidente USA è più difficile perchè Cuba è un paese in "libertà vigilata".

Inoltre per il presidente afro-americano la televisione cubana produce video che, oltre ad essere noiosi, non producono materiale compromettente nè per gli oppositori nè per Washington.
Il fatto è che mostrare agenti del contro-spionaggio cubano che parlano male dei dissidenti o delle dame di bianco e degli USA, ha la stessa credibilità di ufficiali della CIA che accusano Cuba di essere una dittatura.

Oltretutto sono stati presentati già tre programmi sul tema della "guerra cibernetica" contro Cuba e non è apparsa nemmeno una immagine di Gross nè delle sue attività.
Su questo tema hanno abbastanza poco, una antenna parabolica cammuffata da tavola di surf inviata dal capo di informatica della Freedom House che dava anche lezioni su come scrivere mesaggi segreti.

I blogger cubani si difendono affermando che a Cuba non si rispetta la privacy e per questo si criticano i "messaggi criptati". Può essere, però messaggi segreti di questi tempi insospettiscono anche le nazioni democratiche del mondo.
Può essere che conosco poca gente, però non c'è nemmeno un mio amico che utilizzi chiavi segrete per scrivere su internet. Ci sarà chi le usa ma le sole che io consco sono quelle dei film di spionaggio.

Tutto questo rumore dall'estero però non ha molta ripercussione a Cuba. Per il cittadino comune non sono una notizia "le perverse intenzioni dell'impero" nè l'esistenza di infiltrati nell'opposizione.
I problemi della gente comune continuano ad essere: capire le regole del lavoro in proprio, speculare sulle leggi che si annunciano ma non si approvano e quanto li condizionerà la svalutazione del pesos.
La maggioranza dei cubani che conosco non si preoccupano dei temi della guerra cibernetica, sono così immersi nella propria guerra che non gli resta molto per guerre virtuali.

di Fernando Ravsberg da BBC Mundo

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