04 settembre 2009

Cuba clandestina: un reportage di Antena 3 sulla prostituzione a Cuba

Le “jineteras” (prostitute), così vengono chiamate le venditrici di sesso in questo paese, si incontrano sul “malecon” (lungomare dell’Havana) come al supermercato. Le trovi di tutte le età e di ogni razza, la caratteristica comune è che posseggono un corpo “scultoreo”.

Certo, è il mestiere più antico del mondo, quello che più ha condizionato e a volte determinato la storia di molti paesi, ma a volte è una terribile umiliazione.

A Cuba la prostituzione è la via più facile per sopravvivere
, soprattutto per le donne e ancor di più per le adolescenti delle province più povere dell’isola, perché raggiungono la capitale con molte più necessità.

Alcuni dei loro compatrioti le giudicano negativamente, altri comprendono perché vendono il loro corpo per 20 o 50 CUC, o per un vestito di marca, cosmetici o altri articoli d’uso personale.

Alcune si fanno accompagnare da ragazzi chiamati “chulos” (papponi), che sembrano i loro fidanzati e contrattano con i clienti e con gli impiegati degli hotel.
Alcuni di questi accompagnatori sono a loro volta “jineteros”.

“Non sono solo gli uomini a venire qui per cercare piacere. Molte donne europee arrivano cercando un ragazzo attraente”, mi disse un tassista. I tassisti sono altri contatti delle lavoratrici del sesso per trovare clienti.

Molte delle ragazze non cercano solo denaro. La maggioranza spera di incontrare l’uomo che la faccia uscire dall’isola e le offra un futuro migliore.

> Degli 11,3 milioni di cubani, il 51% sono donne.
> 5,5 milioni sono donne tra 0 e 76 anni.
> Quasi 2 milioni hanno un’età tra i 16 e i 35 anni, secondo la stampa cubana.
> Una “jinetera” rischia fino a tre anni di prigione se viene fermata dalla polizia.
> Se viene trovato con una “jinetera”, il turista non subisce alcuna sanzione.

Dal blog Ideas Ocultas un reportage della televisione spagnola Antena 3 sulla prostituzione a Cuba.



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