11 gennaio 2009

Vivere a Cuba, Yoani: assenza di colori

da Generaciòn Y traduzione di Gordiano Lupi

In questo quadro impressionista che dipingo della mia realtà, spesso non scelgo il colore preciso per ogni avvenimento. L’ampia tavolozza che compongono i dubbi, le disillusioni e un certo sorpassato ottimismo, non contiene una sfumatura che possa rappresentare il vuoto. Non riesco a disegnare il nulla che si vive da diversi mesi in questa Isola, la parentesi di successi nella quale siamo bloccati. Anche il contesto ha perso molte tonalità, come il giallo incandescente delle dicerie che non si è più rivisto, perché nessuno fa più congetture sulle prossime misure che approverà Raúl Castro.

La tonalità marrone dell’attesa e non attuata riforma agraria non si è convertita nel verde intenso dei vegetali e della frutta a prezzi più accessibili. Per quale scopo menzionare l’estirpazione della carta “bianca”, dato che non realizzandosi mantiene le tinte oscure dell’assurdo sistema migratorio cubano? Invece di guadagnare in sfumature, sul cavalletto ufficiale troviamo una tela che presenta il monocromatico spettacolo di un solo discorso permesso. Con questi elementi, si potrà dipingere bene un quadro di grigio sopra il grigio e resterà pur sempre trionfalista.

Alcuni penseranno che la visita di diversi presidenti stranieri può aggiungere un colore dorato alla tela, ma questi segni riguardano la pittura della cancelleria e del palazzo del governo, non certo la tela della vita reale. Sono pennellate rivolte all’esterno, con la mano abile del falsificatore che con alcuni ritocchi in qua e in là vuole autentificare i presunti cambiamenti. Nel frattempo, io continuo a incontrare il colore che esprime l’inerzia, che cattura la stinta realtà di un paese arenato nel tempo.

Nessun commento: