28 agosto 2008

La politica di Cuba: creditori e fornitori di Cuba nervosi per il mancato pagamento dei debiti del governo di Raul

di Mark Frank da Reuters America Latina

Creditori e fornitori di Cuba, hanno affermato, questa settimana, di sessere preoccupati per il rischio che il paese, fortemente dipendente dalle importazioni, potrebbe affrontare una nuova crisi di liquidità dopo aver informato almeno due governi stranieri che non potevano soddisfare il pagamento dei suoi debiti.

Diplomatici occidentali, che hanno parlato a condizione che la loro identità e quelle dei paesi coinvolti non siano rivelate, ha detto che i governi sono stati informati che i debiti devono essere rinegoziati e che Cuba non ha i fondi per soddisfare pienamente i suoi pagamenti del mese di Agosto, con governi esteri o con le imprese nei loro paesi.

Cuba ha iniziato a ristrutturare negli ultimi cinque anni molto dei suoi debiti ufficiali e commerciali e la sua capacità di soddisfare i pagamenti è migliorata notevolmente da allora.

Il presidente Raúl Castro, ha avvertito che i prezzi elevati dei prodotti alimentari e dei carburanti obbligano i cittadini cubani a dover stringere la cinghia.

"Sono davvero cattive notizie", ha affermato un’uomo d'affari occidentale con anni di esperienza a Cuba.
"Tutti sono nervosi", ha aggiunto, "ma, ovviamente, Cuba è in una posizione molto migliore rispetto all'ultima crisi dei pagamenti nel 2002."

L’ingresso di valuta straniera a Cuba è più che raddoppiata, sino ad arrivare a 10.000 milioni di dollari dall'inizio del decennio, grazie soprattutto alla vendita di servizi medici e altro personale di supporto al suo alleato Venezuela, ai ricavi dalla vendita del nichel ed i ricavi dell’impresa Farmaceutica all'estero.

Il “Nippon Export and Investment Insurance” (NEXI), compagnia di assicurazione per gli investimenti stranieri giapponese, ha smesso di accettare nuove relazioni con chi vuole commerciare con l’isola, non garantendo più per chi vuole sviluppare affari con Cuba, dopo che Cuba non ha rispettato i pagamenti agli esportatori ed ha notificato al governo giapponese che il prezzo elevato del petrolio e degli alimenti hanno costretto l’ Avana dover ristrutturare il proprio debito pubblico.

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