Questa e-mail mi è arrivata oggi da Cuba, da un amico (anche se non ho ancora avuto la possibilità di conoscere personalmente), giornalista indipendente di Santiago, collaboratore di Aplo Press e co-fondatore di Renacer. Abbiamo un costante scambio di corrispondenza, il suo attivismo coraggioso lo porta ad aiutare diversi prigionieri politici, dissidenti d'opinione incarcerati a Cuba, e la mia passione mi sprona a fare quel poco che posso per contribuire alla diffusione della verità e ad aiutare concretamente chi ancora è perseguitato per le sue idee poltiche.
Grazie Juan Carlos... mi hermano...
di Juan Carlos Hernandez
Iniziamo la nostra analisi, partendo col dire che il carattere, unito al temperamento e le attitudini personali, sono componenti della personalità, e prendiamo in considerazione come questo non si manifesta in forma totale e definitiva nell’infanzia,ma è modellato dal carattere dei famigliari in un primo momento e in seguito dall’ambiente sociale e culturale, in modo particolare l’adolescenza è l’ultima tappa di questa formazione, è l’ambiente socio-culturale, che si allontana un poco dall’ambiente famigliare, che si incarica di ultimare la formazione del carattere.
Senza addentrarmi troppo in profondità sull’analisi delle proprietà caratteriali e dei tipi di carattere, voglio mostrare come il “Nostro Progetto di Nazione“, ha influito seriamente nella formazione del carattere dei nostri connazionali, partendo da queste semplici domande:
1: Come è possibile che tanti cubani mostrino simpatia, amore e rispetto ad una persona, gruppo o una determinata azione da una parte, e altri manifestino l’esatto contrario?
2: Come è possibile che tanti cubali non si azzardano a criticare o segnalare le deficienze di vari dirigenti e organizzazioni statali a qualsiasi livello e preferiscono restare zitti o commentarle nei corridoi?
3: Come è possibile che tanti cubani abbiano paura a difendere i propri diritti umani, riconosciuti universalmente?
Partendo dalla considerazione che nel nostro paese, per legge, è obbligatoria l’educazione basata sull’ideologia marxista-leninista, questa educazione ha culminato col sottomettere tutti i diritti umani dei nostri cittadini al “carattere socialista della rivoluzione”, si può osservare quanto questa influenza nella nostra infanzia abbia determinato la formazione del carattere dei cittadini. […]
Molti sistemi sociali, come il nostro, hanno un lato spettacolare, le manifestazioni naziste e fasciste in Italia, erano identiche, con lo stesso obiettivo di mostrare un certo stato di opinione, si forzava la gente ad avere reazioni di massa a secondo dei desideri del potere, però partecipare a queste manifestazioni non è solo appoggiare il sistema, è anche confermare che l’uomo è sottomesso al potere stesso, non importa come ci si senta, se piove o c’è il sole, quando il popolo viene chiamato deve rispondere. E’ necessario mostrare che il potere ha l’appoggio della popolazione. E’ normale veder come in alcune democrazie europee […] si manifesta dissidendo civilmente, e come i bambini partecipino con i loro genitori, imparando così a far rispettare il proprio diritto a dissentire, a differenza del nostro paese dove è obbligatorio appoggiare il regime. […]
Non posso non menzionare che la formazione del nostro carattere hanno avuto varie tappe. L’interazione della nostra comunità radicata all’estero, in un mondo globalizzato dove la comunicazione e l’informazione aumentano le relazioni tra uomini liberi, sta influendo positivamente nella formazione di un nuovo carattere nazionale, nella nostra generazione, è evidente come le persone più anziane siano quelle più propense all’ipocrisia, al tradimento, alla doppia morale, etc. rispetto agli adolescenti di oggi.
“Pianta un carattere e raccogli un destino”, resta un proverbio orientale. Per questa ragione ognuno di noi deve sapere in che modo vogliamo o dobbiamo accettare l’influenza del progetto sociale che si sviluppa nel nostro paese sui nostri giovani e su di noi stessi, indipendentemente da quanto questo si valido oppure No.
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