18 maggio 2008

un uovo all'Havana

“Guarda… c’è gente in televisione che dice stronzate su Cuba ”, mi commenta Javier, un ragazzo cubano che incontro in una discoteca a Miami […] Sono d’accordo con lui in un punto.

Durante gli anni passati alcuni rappresentanti dell’esilio cubano, hanno cercato di ricreare una realtà cubana per quelle persone che la lasciarono negli anni ‘60. Però c’è una logica, quello che loro conoscono, la maggior parte delle volte, è quello che gli viene raccontato da chi arriva oggi dall’isola, quello che dicono tutti, e che alcuni media raccontano.

Invece l’esprimersi di Javier è anche l’esempio di ciò che è stato ricreato negli anni e che è più dannoso e pericoloso. Quello che durante gli ultimi 50 anni ha spinto Fidel affinchè potesse mantenere la maggior parte delle persone dell’isola come addormentate […]

“L’altro giorno in tv è apparso un tipo che diceva che non si poteva mangiare un'uovo a Cuba”, dice Javier, “come se fosse poco andare fino alla macelleria pagando l’uovo un prezzo maggiore, oppure entrare in un supermercato (pagando in valuta estera) e trovarlo senza problema.

Humberto, suo fratello maggiore, lo guarda e sorride. Lui arrivò negli USA durante l’esodo del ‘94, “Lascia che passi un po’ di tempo”, commenta sorridendo, “Gli succederà come a me, oggi conosco più cose di Cuba, dei 25 anni che ho vissuto là”. Javier è arrivato a Miami da 15 giorni.

Dal blog Los Miquis de Miami
Caricatura © Garrincha

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