Il 23 Aprile si è svolta a Cuba, presso l’hotel Naciònal, la prima sfilata di moda italiana nell'era della rivoluzione. Sulla passerella 25 modelle/i hanno sfilato con abiti di Rocco Barocco, stilista noto in Italia soprattutto per i suoi abiti di alta moda.
Inizialmente l’evento era stato presentato come oceanico: la sfilata si sarebbe dovuta svolgere nella Plaza de la revoluciòn, con una passerella di 40 metri, 1.000 posti a sedere e 29.000 in piedi.
Poi, forse per mantenere un po’ più discreta l’evidente contraddizione con il tenore di vita cubano, è stata spostata all’Hotel Naciònal, con un moderato numeri di invitati (soprattutto del governo), ma con moltissime presenze di media da tutto il mondo, tra cui una troupe tv di RAI1 per il programma OltreModa (di cui sono il regista).
E proprio questo delinea il vero significato dell’evento: una chiara apertura verso l’occidente (soprattutto l’Europa), un segnale per eventuali investimenti stranieri in terra cubana.
Questo è da considerarsi positivo?
Credo che sia comunque importante l’apertura di Cuba verso l’estero, certo con le dovute cauzioni. Forse Raul Castro si dimostra una persona diversa da come ci era stata descritta (il fratello più "stupidotto" del leader maximo).
Certo è che alcune delle misure prese da Raul in questi ultimi giorni (legalizzare la vendita di computer, dvd, cellulari, la possibilità di soggiornare in hotel per stranieri, anche se impossibile economicamente per la maggior parte dei cubani) è l’evidente dimostrazione di un lento cambiamento.
Certo la censura e al disinformazione sono sempre un baluardo del governo cubano per controllare i pensieri del popolo. Ma anche in questo caso la tolleranza verso blogger indipendenti (come Yoàni Sanchez che con il suo blog Generaciòn Y nel mese di Aprile ha raggiunto i 4.000.000 di contatti), anche se ostacolata in vari modi, al momento permette un effettivo ponte con il mondo estero.
Certo solo 2 anni fa sarebbe stato impensabile ospitare a Cuba una manifestazione, come una sfilata di moda, pro-imperialista, dove il lusso viene ostentato spudoratamente, soprattutto se si pensa che i cubani (con uno stipendio medio di 15/20 dollari al mese) non possono comprarsi neanche una paio di calzini alla tienda.
1 commento:
CERTAMENTE DOBBIAMO VEDERE TUTTI I SEGNALI DI CAMBI, MA E SEMPRE BUONO RICORDARE -COME HAI FATTO PARLANDO DI YOANI- CHE I VERI CAMBIAMENTI DEVONO ESSERE PIÚ PROFUNDI E IN CAMPI SOCIALE PER IL POPOLO CHE HA BISOGNO DI ALTRE COSE PIU INMEDIATE,,,
BEL ARTICOLO MOLTO COMPENSATO, CON LOS PIES POR TIERRA , COME SE DICE DA NOI...SALUTI
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