10 maggio 2008

Cuba. Una convenzione Onu per la clonazione terapeutica

Cuba si schiera perche' alle Nazioni Unite venga approvata una Convenzione Internazionale che proibisca la clonazione umana riproduttiva, ma che regolamenti invece quella terapeutica.

Il 20 febbraio all'Avana si e' tenuto un incontro dal titolo 'La clonazione umana terapeutica e l'uso delle cellule staminali', promosso dalla Sociedad Economica Amigos del Pais insieme all'Accademia delle Scienze di Cuba e al Comitato Cubano di Bioetica.

L'occasione e' servita a chiarire le possibilita' della medicina rigenerativa che 'promette di essere' una delle rivoluzioni piu' importanti del XXI secolo. Cuba e' per creare un comitato che gestisca la Convenzione che obblighi i firmatari a istituire un quadro giuridico che prescriva questa tecnica con il fine di riprodurre persone e che regolamenti quella terapeutica.

'I negoziati sono bloccati -scrive l'AIN- per l'atteggiamento oscurantista di alcuni Paesi, capeggiati dagli Stati Uniti, che chiedono un trattato proibitivo per qualsiasi forma di clonazione. La diplomatica ha denunciato che tale posizione rivela la doppia morale del Governo nordamericano sul tema, poiche' il presidente Bush nega i fondi federali, ma da il via libera alle imprese private per questo tipo di ricerca.

Nei giorni successivi giungeva la notizia del primo trapianto cardiaco di cellule staminali, prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. Il 'primo realizzato a Cuba -riferivano orgogliosi i mezzi di informazione ufficiali- in Centroamerica e nei Caraibi e i Paesi in cui si pratica nel mondo non sono piu' di cento'. L'operazione e' stata realizzata dal dottor José Hidalgo Diaz.

A coronare questa 'crociata filoscienza' del regime di Fidel Castro e' stato anche pubblicato un articolo sul Granma Internacional, in cui nella perenne lotta contro Washington si realizzava uno straordinario scambio delle parti, e da Cuba ci si appellava alla liberta' di stampa e al primo emendamento della Costituzione Usa. L'evento scatenante e' stato la decisione della Casa Bianca di vietare la pubblicazione di articoli scientifici provenienti da Iran, Libia, Sudan e dalla stessa Cuba, perche' anche le scoperte scientifiche dovrebbero subire l'embargo a cui sono sottoposti quei Paesi.

E in maniera davvero incredibile il dottor Augustin Lage, che e' il direttore del Centro d'Immunologia Molecolare di Cuba, parla di 'violazione dei principi di liberta' d'espressione e del primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti'.
Il giornale sente anche il professore e ricercatore statunitense Mark M. Rasenick, direttore del Programma di Preparazione delle Neuroscienze dell'Università dell'lllinois, che dice: 'la scienza dev'essere praticamente al margine delle interferenze di qualsiasi Governo. Gli scienziati di tutte le nazioni devono cooperare e scambiare informazioni'.

Come unica nota a margine ci sentiamo in dovere di sottolineare che principi simili (quello su cui si basa tutto il sistema statunitense) non solo non sono presenti nella costituzione cubana, ma tantomeno nella prassi politica della dittatura castrista. Forse anche per questo sarebbe utile riflettere in merito alla necessita' di regolamentare certe ricerche negli Stati democratici, anziche' proibirle. L'alternativa e' infatti che poi prolificano in maniera clandestina e in Paesi in cui le istituzioni non garantiscono controlli, in alcuni casi essenziali.
Fonte: Aduc (11/03/2004)

dal sito Molecolar Lab

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