25 marzo 2009

Vivere a Cuba: navigando verso "la vita"

In italia possiamo considerare "los balseros", quelli che si imbarcano su fatiscenti "zattere", "barche", "navi", che dalla Libia, dall'Albania, in generale dall'Africa e dal Medio Oriente, cercando di raggiungere le coste italiane (le più facili da raggiungere per l'autostrada verso l'Europa) .
Quì sono un "problema", un fastidio, delinquenti che vengono quì per rubare; il lavoro, le donne, nelle nostre case.


E' la paura che alimenta qualunque forma di controllo, (democratica e non), quella che fomenta un sentimento che cresce nell'odio.
E' difficile predicare amore, tolleranza, rispetto, quando la forma di controllo dei "governi" in qualunque paese del mondo è sempre la stessa: la PAURA! Quando quello che si propaganda nei media è la PAURA.
Di che cosa? Di vivere. Iniettando così il veleno della conformità. Meglio essere d'accordo con l'idea comune, che affrontare una discussione onesta e costruttiva.
La conformità ad un gruppo, ad un partito, al "sentimento comune".
E così si annienta l'individuo...

Vorrei sapere quante di quelle persone spaventate, pronte a condannare chiunque calpesti il suolo sacro d'Italia (chi ha stabilito che è solo degli italiani?) se fossero nelle stesse condizioni (economiche, politiche, di sopravvivenza) di chi vende tutto per imbarcarsi verso l'ignoto, manterrebbero la stessa integrità patriottica.

La fame è la peggior malattia del nostro mondo, chiunque ne soffra cerca di sopravvivere, MIGRANDO!.
La libertà è una necessità universale, chiunque ne è privato la cerca, MIGRANDO!

Non c'è alcuna differenza tra "los balseros" cubani degli ultimi venti, trenta anni, e quelli italiani di 50, 60, 70 anni fà, o quelli che oggi quotidianamente approdano alle spiagge italiane, spagnole, per cercare solo quello che è umanamente un diritto universale, la SOPRAVVIVENZA.

Di seguito il post da Cero Circunloquios e un documentario (di 11 parti), "Los balsers", del 1994.

Ricordo con tristezza l'estate del 1994. Sono dell'Havana vecchia e ricordo come ci affacciavamo al balcone per salutare ai "balseros". Erano molti i sentimenti. Io me ne sono andato da Cuba nel Settembre del 1994, con riunificazione famigliare. La maggior parte di quelli che se ne sono andati da Cuba in quegli anni non hanno avuto la mia stessa fortuna.

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