Giorni fà hanno trasmesso su Sky Cinema un documentario di Michael Moore, "Sicko".
Scomondo regista statunitense, anti-Bush, famoso per diversi provocatori documentari tra cui: Bowling for Columbine ed il famoso Fahrenheit 9/11.
E' uno dei miei autori di documentari preferiti, scomodo per il governo US, attento negli approfondimenti, sempre alla ricerca di una verità spesso contraria a quella ufficiale e volta sempre ad approfondire quei malesseri, contraddizioni, follie ed ingiustizie che il governo USA periodicamente ci passa come indispensabili per la difesa della "suprema democrazia USA".
E' anche l'autore americano più amato da Fidel Castro. E lui lo contraccambia con simpatia, a volte cadendo nella propaganda dello stesso regime cubano.
Non mi voglio soffermare sulla visione del mondo di MM, che tra l'altro in maggior parte approvo e condivido, ma voglio spendere due parole sul documentario da me citato "Sicko".
Si tratta di una indagine sul sistema dell'assistenza sanitaria negli USA, davvero sconvolgente!
Fino a quando non la compara con quella di Cuba.
Nel documentario, provocatoriamente, invita diverse persone, alcune profughe degli attentati dell'11 Settembre (che dimenticati dal governo USA, soffrono e pagano sulla propria pelle le assurdità di un sistema sanitario inesistente) ad andare a Cuba con una barca per vedere come stanno le cose sull'isola.
Qui scatta la propaganda gratuita. MM ci mostra un ospedale dell'Havana, che a dir poco senbra un hotel accogliente, pulito, ben imbiancato, con le pareti delle stanze appena rifatte.
Dove i "profughi" americani vengono accolti a braccia aperte, dove vengono offerte loro le cure più amorevoli, le attenzioni più premurose, tutto, ovviamente, GRATIS.
Il tutto con una musichetta dolce e bucolica di sottofondo ad accompagnare immagini non solo dignitose, ma addirittura invidiabili dai "capitalisti" yankee, in alcuni casi a ragione.
Ora, è indubbio che tra le conquiste della "rivoluzione" castrista l'assistenza sanitaria gratuita, come l'alfabetizzazione totale e la possibilità di studiare gratuitamente sino all'università, per tutti i cittadini è una pietra migliare, invidiabile da qualunque altro governo del mondo, da Est ad Ovest del globo, e soprattutto se comparate con quelle statunitensi.
Però voglio sottolineare un paio di contraddizioni.
1: Gli ospedali a Cuba non sono proprio nelle condizioni che il documentario ci mostra, come ho potuto constatare per mia esperienza diretta. In molti casi, soprattutto ad oriente, sono in condizioni disastrate, edifici fatiscenti, condizioni igieniche precarie, cibo improbabile, acqua rara; a volte addirittura senza luce in moltissimi padiglioni, con tecnologie mediche, per la maggior parte provenienti da donazioni straniere, non funzionanti, in completo abbandono.
Senza dire che a volte parte di quelle stesse donazioni (come ad esempio le lampadine destinate agli ospedali ed alle scuole) si trovano in vendita nei negozi in CUC.
2: Gli stranieri NON VENGONO ASSISTITI E CURATI GRATUITAMENTE, ANZI...
Se ci si rivolge agli ospedali statali, si paga qualunque tipo di cura, esame ed ovviamente ricovero in ospedale. E non certo a cifre "popolari", si può arrivare a spendere alcune migliaia di dollari per un ricovero a causa di problemi cardiaci, o respiratori.
Se invece ci si rivolge a quegli ospedali "per stranieri", la cifra aumenta notevolmente.
Sapevo della simpatia di Michael Moore per il regime di Castro, (all'epoca della prima di Fahrenheit 9/11, mi trovavo a Cuba) tanto che forse è l'unico autore yankee che viene proiettato nei cinema cubani; però lui per primo , paladino della giustizia sopra ogni cosa, non dovrebbe "dimenticare", in opere così importanti, alcune semplici cose riguardo al regime sull'isola:
Grazie a Fidel per gli ospedali, grazie a Fidel per la scuola, grazie a Fidel per i 15$ al mese di salario, grazie a Fidel per la "quota"...
Se solo si potesse comprare qualcosa con quel salario, se l'acqua per mangiare, in alcune province, non bisognasse pagarla (anche 10 pesos al giorno), se gli ospedali avessero più fondi (invece di spendere quasi l'intero PIL cubano per la repressione, il controllo, la burocrazia), se le scuole avessero i libri, le penne, le infrastrutture necessarie, se la "quota" che il governo passa ai tutti i cittadini bastasse per potersi nutrire...
Peccato che al momento tutto questo non esiste, peccato che la famiglia media cubana, se non ha parenti all'estero che l'aiutano, non può sopravvivere, peccato... CHE TUTTO QUESTO A CUBA NON SI POSSA DIRE!
Michael, ti ammiro, ma dovresti fare un passettino in avanti, non restare intrappolato in una ideologia che ormai è completamente indifendibile. Tra il regime degli USA e quello di Cuba, per la maggior parte della popolazione, in fondo, non c'è poi così tanta differenza.
Scomondo regista statunitense, anti-Bush, famoso per diversi provocatori documentari tra cui: Bowling for Columbine ed il famoso Fahrenheit 9/11.
E' uno dei miei autori di documentari preferiti, scomodo per il governo US, attento negli approfondimenti, sempre alla ricerca di una verità spesso contraria a quella ufficiale e volta sempre ad approfondire quei malesseri, contraddizioni, follie ed ingiustizie che il governo USA periodicamente ci passa come indispensabili per la difesa della "suprema democrazia USA".
E' anche l'autore americano più amato da Fidel Castro. E lui lo contraccambia con simpatia, a volte cadendo nella propaganda dello stesso regime cubano.
Non mi voglio soffermare sulla visione del mondo di MM, che tra l'altro in maggior parte approvo e condivido, ma voglio spendere due parole sul documentario da me citato "Sicko".
Si tratta di una indagine sul sistema dell'assistenza sanitaria negli USA, davvero sconvolgente!
Fino a quando non la compara con quella di Cuba.
Nel documentario, provocatoriamente, invita diverse persone, alcune profughe degli attentati dell'11 Settembre (che dimenticati dal governo USA, soffrono e pagano sulla propria pelle le assurdità di un sistema sanitario inesistente) ad andare a Cuba con una barca per vedere come stanno le cose sull'isola.
Qui scatta la propaganda gratuita. MM ci mostra un ospedale dell'Havana, che a dir poco senbra un hotel accogliente, pulito, ben imbiancato, con le pareti delle stanze appena rifatte.
Dove i "profughi" americani vengono accolti a braccia aperte, dove vengono offerte loro le cure più amorevoli, le attenzioni più premurose, tutto, ovviamente, GRATIS.
Il tutto con una musichetta dolce e bucolica di sottofondo ad accompagnare immagini non solo dignitose, ma addirittura invidiabili dai "capitalisti" yankee, in alcuni casi a ragione.
Ora, è indubbio che tra le conquiste della "rivoluzione" castrista l'assistenza sanitaria gratuita, come l'alfabetizzazione totale e la possibilità di studiare gratuitamente sino all'università, per tutti i cittadini è una pietra migliare, invidiabile da qualunque altro governo del mondo, da Est ad Ovest del globo, e soprattutto se comparate con quelle statunitensi.
Però voglio sottolineare un paio di contraddizioni.
1: Gli ospedali a Cuba non sono proprio nelle condizioni che il documentario ci mostra, come ho potuto constatare per mia esperienza diretta. In molti casi, soprattutto ad oriente, sono in condizioni disastrate, edifici fatiscenti, condizioni igieniche precarie, cibo improbabile, acqua rara; a volte addirittura senza luce in moltissimi padiglioni, con tecnologie mediche, per la maggior parte provenienti da donazioni straniere, non funzionanti, in completo abbandono.
Senza dire che a volte parte di quelle stesse donazioni (come ad esempio le lampadine destinate agli ospedali ed alle scuole) si trovano in vendita nei negozi in CUC.
2: Gli stranieri NON VENGONO ASSISTITI E CURATI GRATUITAMENTE, ANZI...
Se ci si rivolge agli ospedali statali, si paga qualunque tipo di cura, esame ed ovviamente ricovero in ospedale. E non certo a cifre "popolari", si può arrivare a spendere alcune migliaia di dollari per un ricovero a causa di problemi cardiaci, o respiratori.
Se invece ci si rivolge a quegli ospedali "per stranieri", la cifra aumenta notevolmente.
Sapevo della simpatia di Michael Moore per il regime di Castro, (all'epoca della prima di Fahrenheit 9/11, mi trovavo a Cuba) tanto che forse è l'unico autore yankee che viene proiettato nei cinema cubani; però lui per primo , paladino della giustizia sopra ogni cosa, non dovrebbe "dimenticare", in opere così importanti, alcune semplici cose riguardo al regime sull'isola:
Grazie a Fidel per gli ospedali, grazie a Fidel per la scuola, grazie a Fidel per i 15$ al mese di salario, grazie a Fidel per la "quota"...
Se solo si potesse comprare qualcosa con quel salario, se l'acqua per mangiare, in alcune province, non bisognasse pagarla (anche 10 pesos al giorno), se gli ospedali avessero più fondi (invece di spendere quasi l'intero PIL cubano per la repressione, il controllo, la burocrazia), se le scuole avessero i libri, le penne, le infrastrutture necessarie, se la "quota" che il governo passa ai tutti i cittadini bastasse per potersi nutrire...
Peccato che al momento tutto questo non esiste, peccato che la famiglia media cubana, se non ha parenti all'estero che l'aiutano, non può sopravvivere, peccato... CHE TUTTO QUESTO A CUBA NON SI POSSA DIRE!
Michael, ti ammiro, ma dovresti fare un passettino in avanti, non restare intrappolato in una ideologia che ormai è completamente indifendibile. Tra il regime degli USA e quello di Cuba, per la maggior parte della popolazione, in fondo, non c'è poi così tanta differenza.
Trailer di "Sicko"
Trailer di "Bowling for Columbine"
Trailer di "Fahrenheit 9/11"
2 commenti:
Rob, Sicko non l'ho ancora visto, ma letto gia´ su riviste tedeschi di una certa importanza.
Fahrenheit l'ho visto nel 2004/2005, non ricordo adesso bene. Comunque subito dopo la sua uscita!
Un amico Portoricano con il quale ho contatto da alcuni anni mi segnalo´ il nuovo documentario.
Fahrenheit ai suoi tempi, fu´ molto popolare. Ebbe un grande successo mondiale! Se ricordo bene, ebbe incassi oltre i 200.000.000 di dollari! Ma, e dico ma, fu anche analizzato molto curatamente, e ebbe anche delle grosse critiche in Europa. Si incolpo´ Moore di non aver mostrato certe verita´, di aver anche giocato un po da una, o per una parte sola.
Ammetto che il documentario fu´ comunque molto emozionante, e´ Moore lo presi con simpatia. Ma qualche dubbio pero´ c'era comunque!
Sicko da quello che ho letto adesso in diverse riviste, critica proprio la parte di Cuba. Moore a costo di smascherare da un lato il sistema americano, mette la stessa maschera pero´ al regime cubano.
http://www.spiegel.de/kultur/kino/0,1518,482148,00.html
Ce´ chi sostiene che cosi Moore contribuisce ad elevare la reputazione di Fidel!!!! Come ho letto in un articolo tedesco di un noto giornalista che dice: "non pretendo che il signor Moore dica tutta la verita´ su Cuba, ma dovrebbe attenersi a certe realta´"!!!!!
Sicko lo guardero´ non appena mi capita tra le mani. Anche se non lo faro´ senza pregiudizi.
Chi conosce il mio Blog avra´ capito che non ammiro molto i "stracci uniti d'america" (non e´ un errore grammaticale). Ma se si fanno critiche ad una nazione senza dubbio utente di Illusioni Hollywoodiani, d'altra parte non si devono applicare i stessi istrumenti per fare di Cuba il paradiso terrestre!!!!!
Un post ottimo e interessante Rob!
Saluti,
Salva
DEL BLOG DE EVA ... Aproposito di Ospedali a Cuba
http://desdecuba.com/sin_evasion/?p=101
Lo anterior no es una excepción, sino apenas una muestra. Me consta que el sábado 27 de septiembre de 2008, en la sala de terapia intensiva del hospital pediátrico de Centro Habana no había jeringuillas enterales, de las que se utilizan para pasar los alimentos por levín y que se venden –de plástico- en CUC a un costo de 2.85 (alrededor de 70 pesos corrientes) la unidad; dos semanas atrás asistí al insólito hecho de que en el Instituto de Gastroenterología de esta ciudad solo había disponible una silla de ruedas para el traslado interno de los pacientes; que en la ambulancia “especializada” que transportó a una familiar mía a ese centro no había camilla ni paramédicos, de manera que la ataron a una silla en la parte posterior del vehículo, tal como si fuera un costal de viandas; que acceder a una cama Fowler o a otros adminículos que humanizan la atención al paciente constituyen quimeras… La lista de miserias que pudieran aportar otros, con sus experiencias personales en cada caso, sería interminable y la respuesta oficial sería solo una: el bloqueo. Sí, es un bloqueo: un bloqueo sistemático y selectivo que golpea solo a los de abajo, porque los ancianos señores de la casta brahmánica insular, pese a que sabemos de algunos de ellos que están muy enfermos, jamás han sido vistos como pacientes en las sucias salas de espera u otras dependencias de nuestros maltrechos hospitales, aunque ahora fantaseen con lo contrario.
saluti
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