27 luglio 2008

La polticia di Cuba: che cos'è la Rivoluzione?

di Eva Gonzàlez blog sinEVAsiòn

Un giovane collega brasiliano mi ha domandato che cos’è per me la rivoluzione, e ho scoperto attontita che potevo appena rispondere. Balbuziai alcune parole quasi vuote, termini che si usano per definire il significato grammaticale del termine: rivoluzione sociale è un cambio violento, rottura, sostituzione del potere di una classe per un’altra, trasformazione… Però mi sono bloccata pensando a quello che “rivoluzione” significa per i cubani: praticamente indefinibile, la rivoluzione cubana ha smesso da molto tempo di esserla.

Quì le cose hanno smesso di cambiare da decenni, e per decadi il potere dello Stato è sempre stato in mano della stessa classe: la nuova borghesia socialista formata da alcuni degli stessi borghesi appoggiati da un nutrito gruppo di mediocri, rappresentanti della meritorcrazia “proletaria”.

La più significativa trasformazione che continua a verificarsi, è l’aumento dei diseredati, che oggi non solo si trovano in questo stato per la mancanza di ogni bene, ma anche per la mancanza di ogni diritto.

Il mio collega mi incalzò: le persone come te respingono il termine rivoluzione a priori in modo condizionato, siamo arrivati a percepire “rivoluzione” come sinonimo di “involuzione”. Dall’altra parte a livello inconscio rinunciamo da tempo a cercare di definirla.

Come spiegare a parole un fenomeno che in 50 anni ha assorbito le nostre vite, segnato il nostro destino come individui, popolo e nazione? Come concettualizzare mezzo secolo di dittatura, menzogne, distruzione, falsa ideologia, di un mito costruito sul sacrificio di varie generazioni di cubani? Come si può spiegare a parole la generalizzazione della povertà e della corruzione, l’isitituzionalizzazione della menzogna, la paura, la delazione, il deterioramento morale e materiale, la perdita dei valori, la fine della speranza?

Rivoluzione è una vecchia malata, magra, pallida e fredda. Uno spettro triste che annuncia la premonizione di un holocausto. Nessuno la vede ancora, pochi la ascoltano, alcuni opportunisti prosperano alla sua ombra, e molti attendono ansiosi, perché, infine, l’anziana Riposi in pace, per sempre.

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